Le eccellenze siciliane vanno ‘aiutate’ dall’Unione Europea e ‘promosse’. Ed è grazie ai fondi previsti dal Regolamento Ue 11/44 che i singoli produttori siciliani o i consorzi di agricoltori potranno accedere a finanziamenti che sono per il 2016 sono di 111 milioni di euro e che entro il 2019 toccheranno quota 200 mila.

La Sicilia, riconosciuta come la regione più ‘biologica’ d’Europa, ha 83 mila imprese agricole attive, 150 mila lavoratori nel settore e 15 milioni di giornate lavorative l’anno.

Le azioni previste per il comparto agricolo siciliano sono state illustrate, a Catania,dall’eurodeputato Michela Giuffrida, unico componente siciliano in Commissione Agricoltura all’Ue. Finanziamenti, erogati dall’Europa, con accesso diretto, che non passano dal governo regionale. 

Agricoltori, singoli produttori o consorzi agricoli potranno presentare le domande per accedere al bando entro il prossimo 28 aprile.

Il bando serve a diffondere la cultura dei prodotti di Sicilia, soprattutto quelli di qualità, a finanziare la pubblicità, a dare una mano al singolo agricoltore.

“A Catania mi sono fatta promotrice – ha detto Michela Giuffrida – di questo incontro portando qui un ‘pezzo d’Europa’ con la presenza dell’altro funzionario della Commissione Ue che si occupa del regolamento e della valutazione delle domande e che illustrerà nel dettaglio come partecipare al bando e accedere ai finanziamenti”.

Le azioni previste dal Regolamento Ue consistono nell’attività di pubbliche relazioni e in campagne di informazione e possono anche assumere la forma di partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni a livello nazionale, europeo e internazionale.

E’ stato Diego Canga Fano, direttore della Direzione Relazioni multilaterali e politica della qualità della Commissione europea ad illustrare il piano dei finanziamenti.

 Per l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici “ Se investiremo su identità territoriale e qualità dei nostri prodotti vinceremo in qualsiasi competizione globale. Finalmente  la Sicilia sta prendendo coscienza  della necessità di una  politica agricola  che chiuda per sempre  con la  vecchia stagione della mera gestione burocratica che ha visto l’Europa  solo come un bancomat,  per inseguire contributi invece di costruire percorsi di sviluppo”.

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