“Sono solo tre i casi accertati di allevamenti bovini affetti da antrace (carbonchio ematico), appartenenti a tre diverse aziende di Maniace, Bronte e Randazzo. I laboratori dell’area di Catania dell’Istituto Zooprofilattico hanno isolato il batterio e inviato i reperti delle analisi al Centro di referenza nazionale di Foggia (Ce.R.N.A.) che ha confermato questa diagnosi. Altri esami sono in corso”. Così il direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Santo Caracappa, sul caso dei bovini affetti da carbonchio scoppiato nel Catanese e nei Nebrodi, che sta allarmando i cittadini della zona e che ha spinto i sindaci delle zona a emanare ordinanze che indicano l’esistenza di zone infette.
“L’antrace bovina o carbonchio – si legge nella nota dell’Izs siciliano – è una zoonosi causata dal batterio Bacillus anthracis (noto come antrace), un germe che produce spore che sopravvivono anche per anni nell’ambiente. Colpisce gli animali erbivori e può rappresentare un pericolo anche per l’uomo”.
Il direttore Caracappa comunque rassicura che “gli accertamenti sanitari sono stati tempestivi e il nostro ente è istituzionalmente preposto alle indagini di laboratorio e a confermare le diagnosi cliniche e anatomopatologiche. L’Istituto lavora a stretto contatto con le amministrazioni competenti ed è al servizio degli allevatori per eventuali consulenze di carattere tecnico-scientifico, necessarie alla gestione dell’emergenza sanitaria”.
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