L’Etna torna ad emettere cenere e vengono attivate alcune limitazioni allo spazio aereo. La società di gestione dell’aeroporto di Catania ha fatto sapere che, a causa dell’attività eruttiva dell’Etna e contestuale emissione di cenere vulcanica in atmosfera, l’Unità di crisi ha disposto la chiusura di un settore dello spazio aereo a partire dalle 9,30.

La società di gestione dell’aeroporto di Catania ha poi comunicato che, dalle ore 11, è stata disposta la riapertura del settore dello spazio aereo chiuso in precedenza. Pertanto, l’Aeroporto è tornato pienamente operativo.

In particolare, fino a cessata attività del vulcano, è stato consentito l’arrivo di 5 aeromobili ogni ora, mentre le partenze non hanno subito limitazioni. “Ogni eventuale aggiornamento sarà tempestivamente comunicato – dice la società – I passeggeri sono pregati di verificare lo stato del proprio volo con le compagnie aeree”. Ulteriori informazioni sull’operatività generale dell’aeroporto sono disponibili sul sito ufficiale dello scalo.

Intanto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica dalle prime ore della giornata, si osserva una moderata e variabile intensificazione dell’attività stromboliana a carico del Nuovo Cratere di Sud-Est. “L’attività esplosiva – scrive l’Ingv di Catania – produce una nube di cenere che, in area distale, si innalza per circa 4.5 km disperdendosi in direzione SSE”.

L’ampiezza media del tremore vulcanico presenta un andamento stazionario nell’intervallo dei valori medi.
La localizzazione della sorgente del tremore risulta posta in prossimità dell’area del Nuovo Cratere di Sud-Est, ad una profondità di circa 2900-3000 metri al di sopra del livello medio del mare. Anche l’attività infrasonica non mostra variazioni significative, con frequenza di accadimento degli eventi piuttosto modesta e localizzazioni delle sorgenti per la gran parte ascrivibili al Cratere di Nord-Est. “I segnali delle stazioni di monitoraggio delle deformazioni del suolo non evidenziano variazioni significative”, aggiunge l’istituto che sorveglia in continuo il vulcano siciliano.

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