“Le aziende controllate del gruppo Tecnis, non direttamente interessate dal sequestro giudiziario della capofila, continuano a non essere pagate per gli avanzamenti delle opere in appalto. Enti come l’Anas, infatti, attendono chiarimenti sull’estensione dello “scudo antimafia” alle altre società del gruppo. Sollecitiamo la definizione di questo percorso, nell’interesse dei lavoratori e a salvaguardia della tenuta occupazionale”.

Questo è un passaggio del documento diffuso dalla Feneal Uil al termine del Direttivo provinciale che s’e’ riunito su iniziativa del segretario Francesco De Martino, alla presenza della Segreteria territoriale composta da Angelo Bua, Omar Dell’Ombra e Nino Potenza.

L’incontro è stato concluso dall’intervento di Fortunato Parisi, segretario generale della Uil di Catania. Parisi ha rilanciato la proposta di “doverosa istituzione di un osservatorio permanente in Prefettura sul caso-Tecnis che coinvolga il commissario, professor Ruperto, per un indispensabile confronto con le parti sociali”.

Nella riunione del Direttivo territoriale, la Feneal ha pure riproposto la necessità che il commissario fornisca urgentemente garanzie sulla liquidazione degli stipendi agli impiegati in servizio nelle sedi aziendali. Questi lavoratori, a differenza del personale in cantiere, non possono infatti beneficiare del pagamento in surroga dagli enti appaltanti.

La Feneal, infine, ha confermato la richiesta di concessione della Cassa integrazione straordinaria ai dipendenti della “San Marco scarl”, sinora esclusi.

Sulla questione è previsto per martedì 29 un incontro, dopo quello dei giorni scorsi, nella sede catanese della Direzione Lavoro.

Sulla copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali, intanto, resta l’allarme del sindacato: “Gli accordi per la Cassa – sottolinea l’organizzazione di categoria della Uil – sono stati sottoscritti per Tecnis, Sintec, Consortile Metro Catania 2013, Consortile Nord-Sud e Cogip Infrastrutture. In quell’occasione, il Governo aveva annunciato che sarebbero state assicurate le necessarie risorse economiche con il decreto Mille Proroghe. Così non è stato. Ora, i provvedimenti applicativi del Jobs Act dovrebbero risolvere la questione ma noi nutriamo forti dubbi. Temiamo che il Governo non riservi a Tecnis e alle altre aziende collegate la stessa attenzione che ha avuto per altre società del Nord Italia, il cui fallimento è stato scongiurato con l’immediato reperimento dei fondi di sostegno”.

Conclude la Feneal-Uil “confermando massima attenzione” sul caso Tecnis: “Questa resta, infatti, una vertenza-simbolo – si legge nel documento – poiché mette alla prova l’efficacia delle normative vigenti e la stessa capacità di collaborazione tra istituzioni e parti sociali, mirate allo sviluppo nella legalità a Catania e in Sicilia”.

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