Di storie alla dottor Jekyll e mr. Hyde ne conosciamo tante. Questa, però, è davvero particolare e non solo perchè la protagonista è una donna, una catanese di 34 anni laureata in lingue orientali.

E chissà forse proprio la passione per l’oriente l’ha spinta a cimentarsi in quella che, a tutti gli effetti, deve essere definita un’arte, anche se fuori dagli schemi: il bondage.

Come si legge in un articolo pubblicato da Repubblica, Beatrice Gigliuto, in arte Red Lily ( traduzione di giglio rosso ), di giorno è tecnico informatico, di notte si trasforma in una bondage girl e fa spettacoli in giro per l’Italia.

Il bondage è un arte e come tutte le altri ha bisogno di maestri. Ecco come Beatrice di può definire una maestra dell’eros, o dell’arte di legare. Si perchè il succo del bondage è proprio questo: legare uomini e donne per puro piacere.

Beatrice sull’argomento ha anche scritto un libro “Bondage, la via italiana dell’ arte di legare“. La sua è una passione cominciata come tante altre: ha visto uno spettacolo di bondage a Roma, ha pensato che non lo avrebbe mai fatto e, poi, dopo pochi giorni ha cominciato a praticarlo senza più smettere, anzi, diventato la bondage girl più famosa d’Italia.

Beatrice più che farsi legare, preferisce legare gli altri, praticando un’antica tecnica giapponese chiamata “Shibari”: un metodo con cui i samurai imprigionavano i nemici.

Stiamo parlando di eros e non di pornografia, di sensualità e non di sessualità, tiene a precisare Beatrice nell’intervista rilasciata a Repubblica. Durante gli spettacoli lei non si spoglia e non lo fanno neanche le modelle.

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