Avevano nascosto la droga sotto il pannello dell’auto tra i fusibili. Ma non sono riusciti a sfuggire all’attento occhio dei carabinieri che hanno trovato stupefacente e anche attrezzi per il confezionamento. A tradirli non solo il loro nervosismo ma anche il fatto che dall’auto proveniva un fortissimo odore di stupefacente, che era stato ampiamente riconosciuto dai militari dell’Arma. L’operazione a Bronte, nel catanese, finisce con un arresto e una denuncia. Ad operare i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Randazzo: in manette è finito un 20enne di Maniace mentre ad essere stato segnalato alla Procura un 16enne di Bronte. Sono accusati di detenzione di sostanza stupefacente in concorso ai fini di spaccio.
L’operazione in viale Catania
I militari, che si erano posizionati su viale Catania, hanno proceduto al controllo, tra gli altri, di due giovani a bordo di una Golf in transito. Ad attirare subito l’attenzione sono stati il forte e riconoscibile odore di sostanza stupefacente proveniente dall’abitacolo dell’autovettura nonché l’evidente agitazione di entrambi i giovani. A conclusione delle perquisizioni personali e dell’autovettura i carabinieri hanno rinvenuto, abilmente nascosto all’interno del vano fusibili del mezzo, una busta di cellophane contenente 110 grammi di marijuana e un bilancino di precisione nascosto all’interno del portabagagli, mentre il 16enne è stato trovato in possesso di un grinder in metallo (trita erba) intriso di marijuana e carta filtri a doppia striscia.
La perquisizione nell’abitazione
La successiva perquisizione dell’abitazione del maggiorenne ha consentito di rinvenire e sequestrare, nella camera da letto del giovane, la somma di 1.530 euro suddivisa in banconote di diverso taglio ritenuta provento di spaccio. La sostanza stupefacente sequestrata è stata sottoposta ad analisi di laboratorio i cui risultati hanno consentito di stimare in circa 500 le dosi ricavabili. Il 20enne, a seguito della convalida dell’arresto, è stato sottoposto all’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
Commenta con Facebook