Da più di due anni Acciaierie di Sicilia del gruppo Alfa acciai, l’unica acciaieria presente nell’Isola, ha visto diminuire in maniera drastica le consegne di rottame.

Una tendenza che incide sulla produzione mettendo sempre più a serio rischio il livello occupazionale, già compromesso da un drastico calo del mercato locale.

Solo a Catania i lavoratori sono trecento. Lo segnalano la Cgil e la Fiom Cgil di Catania aggiungendo, però, che al calo delle consegne potrebbero essere collegate le vicende del porto di Augusta che sono passate all’attenzione della cronaca per una fitta rete di presunti interessi e coperture, con annesse condizioni di favore e pontili dati in concessione.

“Il nostro interesse è tutelare centinaia di lavoratori del nostro territorio che si impegnano quotidianamente in un settore nodale dell’economia. Per questo – sottolineano il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota e quello della Fiom, Stefano Materia – temiamo che alla base del calo ci sia stato e continua ad esserci, una infrastruttura che assicura un incredibile vantaggio competitivo, utilizzando una intera banchina ed una vasta porzione del porto di Augusta, che è così diventata un vasto accumulo e traffico di rifiuti”.

In verità, dubbi sulla liceità delle concessioni e sul traffico sono state ben documentate già nei vari tavoli prefettizi, creati per gestire la difficile crisi di Acciaerie di Sicilia, “ma non è stata data una risposta. – aggiungono Rota e Materia- Addirittura negli ultimi periodi un secondo operatore, che ha già subito diversi sequestri per traffico di rottami e rifiuti pericolosi, ha trovato concessione per esercitare tale attività nel porto di Augusta, quando in nessuna parte d’Italia gli è stata concessa. Oggi chiediamo con forza che venga fatta piena luce sulle vicende in modo che, insieme al protocollo rottami, che tanto faticosamente la Regione ha approvato, accingendosi ad emettere le regole attuative, si possa ridare una prospettiva ad una azienda vitale per il sistema industriale siciliano, che garantisca seriamente legalità e controllo”.

Per Cgil e FIOM di Catania, in parole povere, l’ inquietante vicenda che ha coinvolto la gestione del Porto di Augusta fa nascere nuove e legittime domande da porre alle Istituzioni preposte al controllo delle attività portuali.

“L’autorità portuale di Augusta ha concesso delle aree portuali, che per destinazione e definizione di legge, dovrebbero servire per lo stoccaggio e movimentazione merce in attesa di imbarco e/o sbarco. – concludono Rota e Materia- Invece in quel porto, le stesse aree risultano essere diventate una piattaforma logistica per il deposito e il trattamento di rifiuti ferrosi, che giacciono per periodi infiniti e che sarebbero destinati successivamente all’imbarco. In questo contesto, la Regione tarda ad emanare la fase attuativa del Protocollo Rottame che servirebbe invece a controllare con strumenti adeguati, l’ intera filiera del rottame”.