Lavoratori che si scontrano ogni giorno con “ogni tipo di violazione contrattatuale, dei diritti e della dignità”. Solo un breve stralcio dell’esposto che la Confali presenterà alla procura della repubblica di Caltagirone in occasione dei procedimenti per il reintegro di 24 persone licenziate dal Cara.

Durante l’udienza, prevista per la giornata di domani, i lavoratori hanno organizzato un sit-in di protesta in cui cercheranno di far sentire la proprio voce.

Nell’esposto la Confali contesta “i licenziamenti collettivi di 46 persone e i licenziamenti del novembre 2015, nonché,l’assenza di corrispondenza tra le mansioni effettivamente svolte e l’inquadramento professionale di gran parte dei dipendenti“.

Nel dettaglio, secondo Confali, nonostante si sia effettivamente riscontrato un calo dei migranti presenti nel centro, i licenziamenti non dovevano essere effettuati per diversi motivi tra cui “i parametri del capitolato d’appalto che ha consentito al Cara di Mineo di aggiudicarsi la gara, la dotazione minima del personale deve essere, addirttura superiore a quella in organico nel momento dei licenziamenti”.

Col dossier che sarà presentato in procura Confali denuncia anche la tipologia di assunzione adottata dal Cara per riassumere i 46 lavoratori che erano stati licenziati  a febbraio.

Per Confali, i lavoraturi riassunti, avevano il diritto ad essere “reintegrati” e di sfuggire alla “trappola prevista delle norme legate al job act”. Con la riassunzione, invece, potranno essere licenziati a piacimento dell’azienda, senza avere la facoltà di sollevare la questione in giudizio.