Lo sport siciliano soffre soffocato dalle difficoltà economiche, snobbato dalla politica e dalle istituzioni che troppo spesso hanno voltato le spalle alle società isolane.
Ma è lo stesso mondo che vince e convince e queste affermazioni stridono vertiginosamente con una realtà fatta di impianti fatiscenti e di gente che tira avanti a campare pur di mantenere viva la storia di un club.
Anche per questo, cara politica, giù le mani dalle medaglie. Giù le mani dalle vittorie degli atleti siciliani alle Olimpiadi.
Troppo facile, ad ogni latitudine salire sul carro del vincitore e incensarsi delle vittorie costruite altrove. La verità è un’altra. Ed è amarissima.
La scherma italiana, solo per fare un esempio, è dominata dalla scuola siciliana, ma non va dimenticato che i nostri atleti sono costretti ad allenarsi in altre parti d’Italia.
Oggi è il giorno della pallanuoto femminile, e a prescindere dal colore della medaglia, che sia oro o argento, c’è un pizzico di Sicilia e, in particolare, di Catania nel successo del Setterosa alle Olimpiadi di Rio.
Lo zoccolo duro della squadra italiana di pallanuoto, e non solo in questa Olimpiade, è formato da giocatrici che militano o hanno militato nell’Orizzonte Catania dei miracoli.
L’Ekipe Orizzonte è la squadra più titolata d’Europa, al pari del Real Madrid del mondo del calcio. La sala trofei del club catanese è un tempio che gli antichi greci avrebbero dedicato a Nike, dea della vittoria; al pari di quella hall of fame in cui incroci lo sguardo di tutte le ragazze che hanno indossato prima la calotta etnea e poi l’azzurro della Nazionale.
Neanche troppo tempo fa l’Orizzonte, assieme ad altri club siciliani di varie discipline, lanciò un grido d’allarme chiedendo l’intervento deciso della politica.
Chiedevano di salvare una storia che giocoforza coincide con quella della Sicilia e nello specifico di Catania.
L’epilogo è stato amaro: l’Orizzonte è stata costretta a cedere ad altre società molte di quelle atlete che non poteva più permettersi. Un lusso per chi deve fare i conti con la cassa che piange, una pacchia per quanti si trovano a fare incetta di campionesse che lasciano a malincuore.
L’Orizzonte di Nello Russo, però, non ha mollato. Si è deciso di ripartire dai giovani. E la politica? Le istituzioni?
“La pallanuoto siciliana a questa gente non deve niente!”- dice senza mezzi termini, come sempre, il presidente di Catania al Vertice, Nello Russo – . “Inutile che continuano a dirci che non ci sono i soldi. I soldi ci sono, ma vengono utilizzati per altro”.
Già perché la questione nasce sportiva, ma diventa politica. Eppure le richieste sarebbero anche banali.
“Non chiediamo grandi cose – continua Nello Russo – Chiediamo , ad esempio, la continuità territoriale che, in pratica, significa viaggi ad un prezzo contenuto perché il peso delle trasferte è un ostacolo troppo grande da superare. Ma evidentemente questa cosa non è compresa”.
Stasera le ragazze del Setterosa scenderanno in acqua per conquistare una medaglia che certamente arriverà in Sicilia (considerata la presenza, tra le altre, di Rosaria Aiello, Tania Di Mario e Arianna Garibotti), un sigillo che è innanzi tutto di chi dà l’anima e non solo per proseguire una tradizione che altrimenti rischierebbe di affondare.
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