• In carcere un condannato per mafia a 14 anni a Catania
  • Accusato di aver fatto parte della cosca Mazzei- Carcagnusi”
  • Le indagini del 2015 portarono all’arresto di diversi esponenti

La Catturandi di Catania ha arrestato D.G. di 47 anni poichè destinatario dell’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura presso la Corte D’Appello di Catania, dovendo espiare la condanna definitiva di anni 14 mesi 11 perché riconosciuto colpevole associazione mafiosa. L’uomo è accusato di far parte della cosca Mazzei- “Carcagnusi” dedita al traffico di droga, detenzione e spaccio, estorsione, rapina, furto e reati in materia di armi, aggravati dal fatto di aver agevolato la mafia.

Le indagini del 2012

Le indagini avviate nel 2012, sotto il coordinamento dalla Dda di Catania, hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa in data 8 giugno 2015 dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di 30 persone tra cui 47enne. La misura cautelare accoglie gli esiti dell’ attività d’indagine che ha consentito al personale della Squadra Mobile di rinvenire, nel corso di una perquisizione domiciliare, alcuni blocknotes sui quali, in una sorta di libro mastro, erano annotate diverse voci ordinate per “Entrate” e “Uscite”, evidenzianti la tipica movimentazione economica riguardante somme estorte a commercianti e gli “stipendi” consegnati ai familiari dei detenuti, nonché quella che nel prosieguo delle indagini si rileverà essere la compravendita di sostanza stupefacente.

Ricostruite diverse estorsioni

Le indagini, oltre a consentire di riscontrare la piena operatività del clan Mazzei che risulta ancora organizzato nelle squadre del “Traforo” e di “Lineri”, hanno consentito d’individuare, tra i reati fine dell’associazione mafiosa, 13 estorsioni, concretizzatesi sia con la richiesta di “pizzo”, sia tramite il recupero crediti richiesto da imprenditori e commercianti i quali, anziché adire le vie legali, hanno investito l’organizzazione mafiosa, alla quale hanno dovuto poi cedere una considerevole parte del proprio credito. L’operazione fu denominata “Enigma”.