Le affermazioni, riportate dalla stampa, dell’amministratore unico di Riscossione Sicilia, su una presunta ‘elusione seriale degli obblighi tributari’ da parte delle imprese operanti nell’isola nel settore della sanità privata accreditata, sono tanto gravi quanto generiche, tentano di gettare un’ombra di discredito su un’intera categoria, che, giornalmente, è impegnata a garantire, unitamente agli ospedali pubblici, un servizio pubblico a tutela del diritto alla salute dei cittadini”.

Lo afferma Barbara Cittadini, presidente dell’Aiop, associazione che rappresenta 54 case di cura accreditate della Regione.

“Il riferimento alla ‘elusione seriale – aggiunge Cittadini – sembra, ingiustamente, sottendere ad una sistematica attività, da parte delle aziende sanitarie accreditate del settore, di aggiramento delle norme tributarie, circostanza questa non solo non vera, ma neanche verosimile, atteso che l’accertamento di eventuali (e, comunque, individuali) siffatte violazioni compete all’Agenzia delle Entrate e non già all’Ente di riscossione. Né, peraltro – sottolinea la presidente dell’Aipo – le predette dichiarazioni specificano quanta parte dei debiti da riscossione a carico delle imprese del settore sia ascrivibile alle somme iscritte ‘provvisoriamente’ a ruolo in pendenza di giudizio innanzi alle competenti commissioni tributarie, debiti che, com’è noto, vengono meno in ipotesi di soccombenza nel giudizio da parte dell’amministrazione finanziaria. Riteniamo, dunque, che, prima di fare certe gravi affermazioni e trarre facili conclusioni, occorra che i fatti vengano verificati, approfonditi ed acclarati. L’Aiop – osserva Barbara Cittadini – non difende mai l’illegalità e troppe volte abbiamo sentito roboanti accuse, poi smentite da un serio approfondimento, che è sempre dovuto ed imprescindibile”.