Si terrà il 26 novembre prossimo l’assemblea generale dei magistrati sul caso della giudice di Catania Iolanda Apostolico, finita sotto attacco non aver convalidato il trattenimento di alcuni migranti nel Centro di permanenza di Pozzallo.

L’assemblea era stata deliberata dall’ultimo Comitato direttivo centrale dell’Anm. Oggi è stata decisa la data. All’ordine del giorno della riunione “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”.

I ricorsi contro le decisioni del giudice Apostolico

Intanto, l’Avvocatura Generale dello Stato ha proposto ieri, martedì 24 ottobre distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale.

I ricorsi per Cassazione sui provvedimenti del tribunale di Catania “sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/Ue”. Lo afferma Palazzo Chigi in una nota.

Le ordinanze

“A differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze – spiega la nota – la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro”.

“La direttiva – si legge – contempla, ancora, la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta; – in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato “sicuro” deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice”.

Anm divisa

Nel frattempo c’è una spaccatura all’interno dell’Associazione nazionale magistrati sul caso di Iolanda Apostolico che all’inizio del mese aveva anche annullato i provvedimenti di trattenimento di otto tunisini irregolari disposti dalla Questura, scatenando le proteste di chi rimarcava come fosse assurdo far sentenziare su un tema del genere una magistrata che aveva espresso esplicitamente posizioni anti-governative.

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