“A Catania si parla poco di “voucher” e troppo di “lavoro nero”quando si tratta di prestazioni occasionali accessorie. Così, si alimenta un circolo vizioso di illegalità a tutto danno dei lavoratori, per il rischio di incidenti non coperti da assicurazione e retribuzioni inique ma anche perchè vengono scippati di futuro previdenziale e pensionistico”.

Lo afferma il segretario generale della Uil di Catania, Fortunato Parisi, commentando lo “Studio sui Voucher” che è stato diffuso dal Servizio nazionale Uil Politiche del Lavoro, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy.

Nella provincia etnea, sono stati utilizzati lo scorso anno soprattutto nell’ambito di Turismo, Commercio e Servizi 600 mila 823 voucher – ciascuno del valore nominale e orario di 10 euro lorde, di cui 7.50 euro vanno al lavoratore – a fronte di 114 milioni 921 mila 574 in Italia, 2 milioni 820 mila 764 in Sicilia.

Fortunato Parisi sottolinea: “Se si confronta il dato catanese con gli altri forniti su base provinciale dalla Uil, appare evidente una forbice che conferma il nostro allarme per la diffusione “epidemica” del lavoro nero in questo territorio. Qualcosa non va, infatti, se Catania supera di poco i 600 mila ticket mentre, solo per fare qualche esempio su e giù per il Paese, Cuneo raggiunge “quota” un milione 642 mila e Sassari un milione 208 mila, Lecce un milione 351 mila e Mantova un milione 256 mila”.

Il segretario generale Uil conclude: “Grazie allo Studio sui Voucher, abbiamo un motivo in più per denunciare l’imbarbarimento del mercato del lavoro nella nostra provincia. Nelle prossime ore, consegneremo i dati del Rapporto Uil alla Prefettura nella certezza che costituiranno spunto di riflessione istituzionale in un prossimo Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Ancora una volta chiediamo che siano potenziati i servizi di contrasto al sommerso, di lotta ai “furbetti dell’imprenditoria”, bravi solo a sfruttare la manodopera e svolgere concorrenza sleale. Da Catania, infine, vogliamo far partire un appello a sostegno della battaglia di civiltà che la Uil di Carmelo Barbagallo ha avviato perchè il governo Renzi nella prossima revisione dei decreti attuativi del Jobs Act preveda miglioramenti dello strumento dei buoni-lavoro favorendone una giusta diffusione”.

(foto archivio)

Articoli correlati