I Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura presso il Tribunale di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 medici specialisti che, con certificazioni artate, hanno consentito la fruizione di indennità d’accompagnamento o pensioni d’invalidità a persone non titolari di tale diritto.

Ai professionisti è stato contestato il concorso aggravato nei reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale. Due sono stati portati in carcere, tre posti ai domiciliari e al sesto è stato imposto il divieto di esercizio della professione.

L’operazione è stata chiamata in codice Esculapio ed è un altro colpo alla sanità siciliana dopo l’enorme scandalo di ieri che ha riguardato gli appalti da Palermo e Trapani ed ha coinvolto, in quel caso, non medici e personale sanitario ma manager e amministratori di alto livello.

In questo caso i carabinieri di Catania contestano ai sanitari compiacenti di aver alterato le certificazioni per garantire il rilascio di pensioni di invalidità e di accompagnamento non dovute.

I coinvolti sono medici generici e specialisti. Si tratta di Antonino Rizzo, reumatologo e medico di medicina generale; Giuseppe Blancato, medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne, però, assolto. Ci sono, poi, dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate come Carmelo Zaffora, psichiatra, direttore facente funzioni del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania,; Sebastiano Pennisi, fisiatra, presso l’ASP di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e Filippo Emanuele Natalino Sambataro, cardiochirurgo presso la Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e Presidente del Consiglio Comunale di Paternò.

Tutti sono stati sotto indagini dall’ottobre 2018 al gennaio 2020, per, scrive l’accusa,  “aver realizzato un articolato quanto fraudolento sistema criminale diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento e/o pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto. L’impianto delinquenziale congegnato ha permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione”. Di fatto quella scoperta, secondo l’accusa, era la fabbrica dei  ‘falsi invalidi

In particolare le indagini sono state avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’Inps di Catania che hanno evidenziato le figure di Rizzo e Blancato i quali, nel seguire sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’ASP che dell’INPS di Catania, si avvalevano di una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania) i quali, sempre secondo le accuse, in cambio di laute somme di denaro compilavano certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità.

Secondo gli investigatori “gli assistiti venivano indottrinati dai predetti medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’ASP di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’INPS di Catania”.

In questo modo Blancato e Rizzo avrebbero ottenuto pagamenti per migliaia di euro mensili facendo ottenere indebiti benefici ai loro assistiti a carico della collettività. Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di complessivi 12 casi di falsi invalidi e di elementi di reità nei confronti di 21 persone fra assistiti e altri medici, ai quali sono contestati, a vario titolo, i medesimi reati.