Chi è Iolanda Apostolico, il giudice di Catania che non ha convalidato il fermo dei migranti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo?
Chi è Iolanda Apostolico
Apostolico, 59 anni, originaria di Cassino (Lazio), ha studiato Giurisprudenza e dopo la laurea ha vinto il concorso in magistratura e iniziato la sua carriera in Sicilia. A Catania lavora da oltre vent’anni e si è sposata con Massimo Mingrino, funzionario giudiziario.
Ha iniziato a interessarsi alle controversie di natura civile dopo un primo passo nel campo penale e si è occupata in particolare di questioni relative all’immigrazione. A differenza delle ricostruzioni giornalistiche, Apostolico è stata definita come qualcuna lontana dalle faccende politiche e per questo non iscritta a nessuna corrente.
Il Giornale ha dedicato un lungo articolo alla ricostruzione della sua figura, associandola ad ambienti “di sinistra” per via delle sue interazioni social con pagine di Ong, come Open Arms.
Perché la magistrata ha bocciato il decreto immigrazione?
“Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti”, ha risposto Apostolico in merito alle polemiche sulla sua decisione, presa come giudice del tribunale di Catania.
Iolanda Apostolico ha infatti deciso di non convalidare il trattenimento di tre migranti provenienti dalla Tunisia. Lo ha fatto accogliendo il ricorso di una persona migrante sbarcata il 20 settembre a Lampedusa e portata nel centro di Pozzallo.
I post sui social
I quotidiani Libero e il Giornale sono riusciti a leggere alcuni suoi post prima della decisione di lasciare il social e hanno riportato che la magistrata seguirebbe su Facebook l’ong Open arms e avrebbe condiviso diverse campagne lanciate da Potere al Popolo contro la destra e una mozione di sfiducia contro il leader leghista Matteo Salvini nel 2018. Non ha chiuso il profilo Fb, invece il compagno Massimo Mingrino, catanese, funzionario al palazzo di giustizia di Catania che non fa mistero delle sue simpatie per le posizioni di Potere al Popolo e comunque non risparmia critiche alla politica sull’immigrazione anche di governi di centrosinistra. “Minniti, Salvini, Lamorgese – scriveva il 4 aprile del 2021 – Una sequenza senza interruzione. Istituzioni che lasciano crepare centinaia, migliaia di persone in mare, mentre le imbarcazioni della nostra Guardia Costiera languono nei porti (anche al Nic di Catania), spesso e volentieri con i motori accesi. Potrebbero salvare centinaia di vite ogni giorno…”.
E, dopo la mancata convalida del fermo di Carola Rackete, comandante della Sea Watch arrestata dopo aver forzato i blocco della Guardia Costiera a Lampedusa: «Bye bye Salvini, il giudice ha studiato le carte, ha verificato i fatti ed ha accertato che la legge non è stata violata. Se tu studiassi (si, vabbè…) ti risparmieresti questi fervorini mediatici che ti espongono – agli occhi delle persone consapevoli – solo al ridicolo… Carola è libera e noi, allegramente, brindiamo alla faccia Tua». Parole dure anche verso la procura di Catania diretta da Carmelo Zuccaro: “Vedete, per la Procura della Repubblica di Catania è l’ennesimo flop in materia di ONG ed organizzazioni connesse. C’è abituata. Il problema è che quello che sembra, non da oggi, l’obbiettivo di questa strampalata e superficiale azione giudiziaria – e cioè la delegittimazione vergognosa dell’operato delle ong nel Mediterraneo – è stato da tempo raggiunto. Grazie alla Procura di Catania le ong sono ormai praticamente scomparse dal Mediterraneo ed è venuta pertanto meno la loro preziosissima azione di salvataggio di vite umane e di monitoraggio di tutto ciò che avviene in quel mare. Questo è un danno enorme in termini di vite umane (e pensare che Zuccaro si spaccia per fervente cattolico…) e di consapevolezza ed informazione”.
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