Persino durante la grave emergenza sanitaria che sta ci interessando, taluni irriducibili posteggiatori abusivi hanno pensato di poter impunemente continuare a esercitare la loro attività, senza prendere neppure in considerazione né la scarsità di veicoli in circolazione da “taglieggiare”, né la vigenza delle prescrizioni limitative dettate dal provvedimento adottato proprio a causa dell’epidemia da Covid-19.

È questo il caso di D.G., 78 anni, il quale giorno 17 marzo è stato sorpreso dagli agenti di una Volante della Polizia di Catania ad esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo in via Ala, dimostrandosi sprezzante di ogni senso civico e di rispetto per gli altri e per se stesso, dato che, in tal modo si esponeva massimamente al contagio, e incurante del fatto che, in questi giorni di scarsissima frequentazione delle vie cittadine, la presenza di un posteggiatore abusivo risalta particolarmente.

Eppure, l’uomo è stato trovato in possesso della somma di 30 euro poi sequestrata, segnale, per le forze dell’ordine, che comunque questa pratica illegale è incoraggiata da alcuni automobilisti.

In ultimo, nei confronti del posteggiatore abusivo, si è proceduto anche in via amministrativa, applicando la sanzione prevista dall’art. 7 comma 15 bis del Codice della Strada.

È stato anche rilevato che, nonostante i divieti e nonostante le continue spiegazioni e indicazioni sulla pericolosità di ignorarli, numerose persone sono state controllate in strada, nel corso dell’attività di controllo del territorio a cura degli agenti delle Volanti e delle MotoVolanti.

Un servizio continuo, esteso a tutto il territorio cittadino, dal centro alla periferia, e che ha riguardato la mobilità delle persone e gli esercizi pubblici.

E, nonostante la stragrande maggioranza degli intervistati abbia fornito fondati motivi per giustificare il fatto di trovarsi fuori dall’abitazione, ben 118, nel giro di appena tre giorni, sono state le persone che le pattuglie delle Volanti hanno denunciato in stato di libertà per la violazione del divieto imposto dall’emergenza Coronavirus (art. 650 del Codice penale, Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità); addirittura, sono due i denunciati per false attestazioni o dichiarazioni a pubblico ufficiale.

Tra gli altri, è stata denunciata la titolare di un esercizio di gastronomia di corso Indipendenza che, in barba a ogni precauzione e forse sentendosi immune dal contagio e dalla possibilità di contagiare gli altri, aveva continuato a mantenere aperto il negozio.

La Polizia di Stato coglie l’occasione per ribadire la gravità del reato cui si va incontro ignorando l’obbligo di non uscire di casa: esso comporta l’imputazione del già citato reato di Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità e, quindi, un vero e proprio processo penale.

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