Alla fine arriva la conferma. Tre docenti del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania, che erano stati a un congresso a Udine, sono risultati positivi al test del Covid-19.

Lo rende noto il rettore Francesco Priolo con una nota pubblicata sul sito dell’Ateneo in cui precisa che “la conferma definitiva dovrà avvenire tramite la validazione dei centri nazionali preposti’ e che ‘i colleghi risultati positivi sono tutti a casa sotto osservazione e nessuno di loro versa in gravi condizioni” ma di fatto il rettore conferma quanto scritto già da questa mattina e che non aveva trovato riscontri nelle comunicazioni ufficiali da parte della Regione.

L’Università, di concerto con le autorità sanitarie regionali, ha disposto la chiusura delle sedi del Dipartimento (Di3A), di via Santa Sofia e via Valdisavoia, fino al prossimo 7 marzo per provvedere alla disinfezione dei locali. L’attività didattica verrà ripresa il 9 marzo. Il ministero dell’Università e della Ricerca e le autorità sanitarie regionali, si sottolinea dall’Ateneo di Catania, sono stati tempestivamente informati in merito alla situazione, al fine di valutare e concordare eventuali ulteriori misure restrittive da adottare.

L’allarme sui contagi da Coronavirus in Sicilia e in particolare era scattato quando si era appreso  che tre agronomi dell’Università di Catania (Un professore ordinario e due suoi ricercatori / assistenti) erano da considerare a rischio contagio a causa della partecipazione ad un convegno dello scorso 20 febbraio a Udine, incontro fra agronomi individuato come elemento di contagio per i nove pazienti infettati in Friuli Venezia Giulia.

A indicare quell’incontro come ‘evento zero’ per il Friuli Venezia Giulia era stato un giornale locale, Trieste Prima che aveva raccontato come dal convegno degli agronomi del 20 e 21 febbraio tutto abbia avuto inizio. Il contagio si sarebbe sviluppato in virtù della presenza di un esperto proveniente dal Piemonte e che, al suo ritorno a casa, ha accusato i sintomi del Coronavirus, facendo scattare i controlli sui partecipanti al convegno. La due giorni di lavori si era svolta a palazzo Toppo Wassermann, in via Gemona a Udine ed era iniziata alle 14 del 20 febbraio.

proprio a quel convegno c’erano anche i tre agronomi dell’Università di Catania che ora hanno chiesto di essere sottoposti a tampone e verifiche ma il vero problema è che da allora, esattamente 12 giorni fa, i tre hanno girato liberamente per Catania ed hanno incontrato centinaia di persone, studenti, docenti, amici, conoscenti.

Sulle loro condizioni non c’erano notizie ufficiali, anzi, dei tre nuovi casi comunicati ieri sera dalla Regione solo due sarebbero a Catania e non si riferirebbero a questo evento. Fonti sanitarie regionali parlavano, invece, di verifiche in corso ma di nessuna positività. Ma la situazione di incertezza fa crescere l’apprensione. E si può certamente ascrivere all’allarme sociale la lettera mandata all’assessore regionale al turismo e sport della Regione Manlio Messina da alcuni genitori di giovani atleti del nuoto. Nel fine settimana, infatti, la Federazione Italiana Nuoto ha confermato i campionati Juniores, Cadetti e Seniores accorpati alla categoria Ragazzi, invitando circa 700 atleti alle gare dal 5 all’8 marzo a Paternò.

I campionati Cadetti e Seniores in vasca corta erano stati rinviati per l’allarme Coronavirus, ora vengono accorpati ai campionati ragazzi. I giovanissimi sono entusiasti ma i genitori sono preoccupati dalla concentrazione di persone e temono che, se pure il Coronavirus sembri piuttosto innocuo per i giovani, questi possano diventarne portatori per anziani e immunodepressi.