Con una nota i rappresentanti dei Centri Sociali palermitani precisano che i provvedimenti di identificazione di 39 persone per gli scontri durante il corteo di protesta contro Matteo Renzi, dell’11 settembre a Catania, sono stati eseguiti diversi giorni fa.

“Apprendiamo stamattina da alcune testate giornalistiche che le agenzie di stampa avrebbero diramato proprio in queste ore un comunicato della Questura di Catania in cui si fa riferimento a provvedimenti e denunce ai danni di 39 persone coinvolte nella manifestazione popolare contro la presenza di Renzi nella città etnea dello scorso 11 settembre. Dalla stesura del testo inviato – e a causa del mancato controllo da parte delle agenzie di stampa stesse sulle fonti e la veridicità della notizia – viene fuori che tali provvedimenti risalirebbero alla giornata odierna. Ci teniamo allora a specificare che, anche se motivati ufficialmente dalle indagini scattate successivamente a quella legittima manifestazione popolare – una delle tante che ha accompagnato l’autunno di avvicinamento al referendum del 4 dicembre scorso e che ha portato alla sconfitta di Matteo Renzi alle urne – , l’iniziativa della Questura di Catania non è odierna ma risale a più di dieci giorni fa; inoltre, negli atti notificati si fa esplicito riferimento al carattere “d’urgenza” dei provvedimenti perchè di lì a pochi giorni si sarebbe tenuta la manifestazione contro il G7 di Taormina di sabato scorso. L’obiettivo dichiarato proprio nelle carte del Questore è quello di ostacolare la presenza di persone “sgradite” al corteo che sabato ha attraversato Giardini Naxos. Evidentemente le forze di polizia volevano tenere occulta la macchina che da settimane (e nei giorni stessi del G7) si è impegnata in una sistematica operazione di destrutturazione del diritto a manifestare attraverso fogli di via, schedature di massa, perquisizioni. Macchina che, poi, abbiamo visto tutti fallire lo scorso 27 maggio a Giardini. Invitiamo pertanto agenzie e organi di stampa a verificare con più attenzione le fonti e di non fidarsi ciecamente di un comunicato che ha la chiara funzione di distorcere la realtà”.