- Covid19 e crisi economica, chiudono molte attività storiche
- Tra loro la discoteca Banacher di Catania
- La denuncia di Marco Forzese, coordinatore di Cantiere Popolare a Catania
- La discoteca non avrebbe ricevuto alcun ristoro
- Per Forzese serve subito un tavolo che metta assieme banche, categorie produttive e assessori regionali
“Le chiacchiere stanno a zero: l’emergenza Covid ha creato per molte categorie di lavoratori – imprenditori, commercianti, autonomi e partite Iva – disoccupazione e chiusura delle loro attività, molte delle quali storiche”.
Lo dice Marco Forzese, coordinatore di Cantiere Popolare a Catania.
Il caso della discoteca Banacher
“Il caso della discoteca Banacher di Catania e del suo proprietario Enzo Aronica – spiega Forzese – è davvero significativo della situazione di empasse e di abbandono che si è venuta a creare, nel disinteresse della politica e della pubblica amministrazione: nessuna somma, nessun ristoro, nessun aiuto ma le stesse spese di gestione e manutenzione”.
“Non c’è tempo da perdere”
“Nel territorio di Catania – prosegue Forzese – raccolgo le grida disperate di moltissimi imprenditori con la schiena dritta che, giustamente, non vogliono rivolgersi alla criminalità organizzata e agli usurai per cercare di proseguire nelle loro attività ma lo Stato e le banche cosa fanno per scongiurare questa deriva? Non c’è tempo da perdere: serve subito un tavolo con i vertici delle banche presenti nell’Isola, rappresentanti delle categorie produttive e assessori regionali affinché si faccia il punto della situazione sulla platea di soggetti che devono ancora ricevere sostegno economico e sui tempi di erogazione”.
Tante categorie attendono ancora ristori
Sono innumerevoli le categorie di lavoratori ed imprenditori che chiedono di poter riaprire le loro attività.
Due giorni fa, il grido di aiuto delle imprese del wedding ferme al palo da mesi, in attesa di ristori e di una data per la ripresa dei pranzi di nozze. Il caso è approdato all’Ars con una mozione di Forza Italia.
Confcommercio in pressing per riaperture
La scorsa settimana Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, è tornata a fare pressing per le aperture e a chiedere la zona gialla. E lo ha fatto lanciando un appello alle autorità sanitarie affinché le nuove decisioni sulla colorazione della Sicilia in merito alla pandemia da Covid19 siano assunte sulla base dei dati reali e non con un atteggiamento di eccessiva prudenza.
Atteggiamento che – secondo la numero uno della Confcommercio palermitana – si è dimostrato solamente inutile e ha pesato sulle spalle di chi da 15 mesi è stato colpito non solo dalla pandemia ma anche da “incapacità, inadeguatezza organizzativa e approssimazione”. Di Dio ha anche fornito i dati: nel 2020 in Sicilia chiuse 20mila aziende e persi 35mila posti di lavoro. Nel 2021 la prospettiva è di registrare la morte di un altro 30 per cento di aziende che non riusciranno più ad aprire.
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