Lavoratori e sindacati in piazza a Catania con un sit in in piazza Università (mercoledì 9 marzo dalle 15.30) a difesa dei posti di lavoro nei call center.
Lo sciopero – scrive in una nota Antonio D’Amico, segretario Fistel Cisl – è necessario “dopo il mancato rispetto da parte di Enel e Poste, aziende controllate dallo Stato, dell’applicazione delle clausole sociali sulle gare in tema di delocalizzazione delle attività dei call center”.
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil avevano indetto l’astensione dal lavoro per tutto il settore per “dire no agli appalti al massimo ribasso, chiedere il rispetto della legge del 2012 e l’applicazione delle “clausola sociale” contenuta nel ddl appalti, che garantisce la continuità occupazionale nel cambio di appalto, e ottenere una marcia indietro dell’Esecutivo sulla decisione di privare il settore degli ammortizzatori sociali ordinari”.
Sono queste le rivendicazioni alla base dello sciopero e della manifestazione nazionale a Roma dell’11 marzo.
Per questo a gennaio era stata chiesta al Governo la convocazione di un tavolo di crisi, e a distanza di due mesi è arrivata la risposta: le parti si incontreranno al ministero dello Sviluppo Economico mercoledì 9 marzo e in concomitanza, alle 15, i lavoratori terranno un presidio davanti alla sede del dicastero di via Molise, a Roma e uno a Catania.
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