Sembrava una morte naturale, invece, grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia si fa luce su un episodio (quasi un cold case) risalente a 15 anni fa e stamani quattro persone sono state arrestate proprio per quel caso.
Si tratta della morte di un imprenditore catanese, Santo Giuffrida (classe 1957), che si immaginava fosse deceduto nel dicembre 2002 a causa di un infarto fulminante. Secondo quanto scoperto dagli investigatori l’uomo morì in seguito ad una iniezione velenosa e per soffocamento.
Un piano, che secondo quanto rivelato dal collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro, sarebbe stato voluto dalla compagna dell’imprenditore: Barbara Bregamo, 43 anni, arrestata stamani assieme a Alfio Maugeri di 44 e Antonio Zuccarello (classe 1966), questi ultimi ritenuti gli esecutori del delitto.
In manette anche Francesco Giuseppe Indorato, 49 anni, che – secondo quanto ricostruito – nel gennaio 2001 a Misterbianco accoltellò l’imprenditore che riuscì miracolosamente a scampare all’agguato.
Il collaboratore di giustizia ha raccontato ai magistrati della procura di Catania di aver avuto l’incarico dalla donna di uccidere il proprio compagno, un compito che Cavallaro dice di avere affidato ad un suo conoscente, cioè Indorato, che accoltellò Giuffrida all’interno del suo garage condominiale, ma l’uomo riuscì a sopravvivere.
Un anno dopo, però, la donna, chiede nuovamente a Cavallaro di uccidere il compagno. Per quel ‘lavoro’ paga 20mila euro e acquista all’uomo anche una Bmw. E’ la notte tra il 9 ed il 10 dicembre 2002 e grazie alla complicità della donna, sia Cavallaro che Maugeri e Zuccarello entrano nell’abitazione di Giuffrida e dopo avergli somministrato una iniezione velenosa lo soffocano.
La donna inscena la morte naturale e per 15 anni non se ne sa più nulla. Sono le dichiarazioni di Cavallaro ad riaprire il caso.
I carabinieri per trovare delle conferme alle clamorose rivelazioni del collaboratore si sono serviti di una serie di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e di videoregistrazione ottenendo dei riscontri. Tuttavia per indurre gli indagati a commentare la vicenda viene escogitato uno stratagemma, lasciano sulla loro autovettura un foglio di carta con una frase: “sacciu comu tu e i to cumpari affucasturu u masculu di l’amica di Luciano 15 anni fa”.
Ed effettivamente una delle persone coinvolte nell’indagine dopo aver ricevuto il biglietto avrebbe rivelato ad un amico: “Sedici anni fa abbiamo fatto un omicidio, io ed altri due”.
Le ordinanze sono state emesse dal Gip di Catania che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Alfio Maugeri, Antonino Zuccarello e Francesco Giuseppe Indorato (quest’ultimo indagato solo del tentato omicidio) e gli arresti domiciliari per Barbara Bregamo.
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