Eccole in anteprima le due tappe siciliane del Giro d’Italia che nell’anno del centenario torna per la sedicesima volta sull’Isola. La presentazione ufficiale è in programma oggi a Milano, ma possiamo già rivelare i percorsi che il gruppone rosa percorrerà i prossimi 9 e 10 maggio.

Dopo il giorno di pausa che l’organizzazione concederà ai ciclisti reduci dalla Sardegna, il Giro approderà in Sicilia partendo dalla madonita Cefalù per arrivare fino sull’Etna, esattamente nel piazzale del Rifugio Sapienza, a quota 1852 metri.

Una tappa spettacolare che attraverserà l’Isola nei territori della costa tirrenica e dei Nebrodi con il Gran Premio della Montagna indicato a Portella Femmina Morta. Quindi l’ingresso nella zona etnea per i comuni di Randazzo, Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragalna e Nicolosi.

Poi la scalata verso l’Etna dove la carovana del ciclo torna per la quarta volta. I precedenti hanno visto le vittorie di campioni quali Bitossi, Acacio da Silva e Alberto Contador (vittoria poi invalidata per le note questioni di doping), magari sul vulcano assisteremo al grande ritorno di Vincenzo Nibali dopo l’infortunio alle olimpiadi di Rio.

Non è da meno la tappa del giorno successivo, mercoledì 10 maggio, con la partenza da Pedara e l’arrivo a Messina: complessivamente 157 chilometri in cui è programmato un passaggio nel Parco dell’Alcatara ed una salita fino a Taormina prima di imboccare la riviera jonica che conduce alla Città dello Stretto.

A presentare le tappe siciliane nella sede della Gazzetta dello Sport sarà l’assessore al Turismo, Antony Barbagallo: “Abbiamo fatto non poca fatica per ottenere due tappe del Giro nell’anno del centenario – dice a BlogSicilia -. Sarà un’occasione straordinaria di promozione, ma anche l’opportunità per mostrare anche il patrimonio naturalistico che va tutelato a prescindere da ogni evento sportivo”.

La carovana rosa, che in sostanza attraverserà quattro parchi (Madonie, Nebrodi, Alcantara ed Etna) mancava dal 2011, l’ultima volta in un decennio, un po’ poco per la più vasta (e varia) regione d’Italia.