Un imprenditore di Catania denuncia l’estorsione e fa arrestare i suoi aguzzini. In tre finiscono in manette e si tratta di Antonino Alecci, 60 anni, Salvatore Mascali, 45 anni, e Alfio Scuderi di 69 anni. Tutti e tre sono accusati di concorso in tentata estorsione aggravata anche dal “metodo mafioso”. Ad eseguire l’arresto i carabinieri dopo le indagini della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, coadiuvata dalla Dda, suffragate dall’ordinanza del Gip del tribunale etneo.

L’apertura di un esercizio commerciale

L’indagine, coordinata dalla Dda di Catania e condotta dai carabinieri della stazione di Piazza Verga insieme al nucleo operativo della compagnia di Piazza Dante dal dicembre 2021 al febbraio scorso, ha consentito di riscontrare la denuncia presentata da un imprenditore minacciato con un modus agendi tipico delle consorterie mafiose in caso di mancato pagamento di una somma di denaro indebitamente pretesa. In particolare la vittima ha riferito che, nel febbraio 2021 durante i lavori di ristrutturazione per l’apertura di un esercizio commerciale insieme ad un giovane socio, si era rivolto ad una ditta specializzata nel rilascio delle certificazioni Hccp di proprietà di Salvatore Mascali.

L’inizio dei guai

Mascali, lamentando di non aver ricevuto per tempo il pagamento delle prestazioni, il 28 dicembre scorso avrebbe convocato l’imprenditore per un incontro in piazza Borgo, presentandosi con il suocero Alfio Scuderi e con Antonino Alecci, già condannato per aver fatto parte dell’associazione mafiosa, ed in particolare alla famiglia di Cosa Nostra etnea, clan “Santapaola-Ercolano”, gruppo di Picanello. Nella circostanza, i tre avrebbero minacciato la vittima di morte e di dar fuoco al suo locale se non avesse provveduto immediatamente al compenso, avvalendosi di fatto della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà derivante dall’appartenenza di Alecci al sodalizio mafioso.

Le minacce sempre più pressanti

L’imprenditore, sentito dai militari e dall’autorità giudiziaria, aveva riferito che pochi giorni dopo l’apertura dell’esercizio commerciale aveva deciso di uscire dalla società a causa di alcune incomprensioni con il socio e di non essersi quindi più interessato alle questioni economiche. Ciò nonostante, Mascali avrebbe più volte contattato l’imprenditore, mostrandosi deciso ad ottenere il pagamento dei lavori esclusivamente dallo stesso in quanto primo committente, disinteressandosi del cambio di gestione e nonostante avesse già ricevuto un compenso dall’altro socio per la prestazione lavorativa fornita.

“Paga o ti spacchiamo la testa”

Il denunciante, dopo diverse telefonate, in cui avrebbe provato invano ad indirizzare Mascali verso il nuovo ed unico proprietario della pizzeria, a fine dicembre dello scorso anno, acconsentiva ad incontrarlo di persona per fornirgli tutte le spiegazioni. Tuttavia, all’appuntamento, fissato dallo stesso Mascali presso il chiosco di piazza Borgo, la vittima veniva attorniata dai tre. Alecci in particolare avrebbe palesato esplicitamente la sua caratura criminale ed il suo ruolo territorialmente egemone nella zona di piazza Borgo a Catania: “Qua quando parlo io nessuno mi deve controbattere e poche chiacchiere perché qui comando io. Ci vogliono i soldi entro le cinque sennò saliamo in pizzeria e ti spacchiamo la testa. Noi conosciamo te per quei soldi e te la sbrighi tu. Diamo fuoco alla pizzeria… Trova i soldi sennò non sai come ti finisce”.

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