• L’Etna da spettacolo e fa paura
  • Nuovo fenomeno parossistico nella notte
  • Spaventa il tremore vulcanico
  • La conta dei danni

L’Etna continua a dare spettacolo e lo fa anche nelle ultime ore dopo essere stato protagonista di una spettacolare e paurosa eruzione due giorni or sono.

Nuovi fenomeni eruttivi

Nuovo fenomeno parossistico la notte scorsa sull’Etna, che a 32 ore dopo lo spettacolare episodio eruttivo di due giorni fa dal Cratere di Sud-Est continua ad essere un vulcano ‘inquieto’. Anche questo evento è stato caratterizzato da alte fontane di lava, che hanno raggiunto altezze comprese tra i 600 e i 700 metri, da colate di lava, dirette maggiormente verso la Valle del Bove, ma anche verso sud-ovest, e una densa colonna eruttiva carica di cenere e lapilli. Il materiale è stato spinto dal vento verso sud-est, causando ricadute di cenere e lapilli sugli abitati in quel settore: Zafferana, Fleri, Acireale.

Fenomeno durato alcune decine di minuti

Il fenomeno, osservato dagli esperti dell’Ingv-Oe di Catania, e durato alcune decine di minuti, si è concluso intorno all’01:55. E’ stato anticipato dalla fuoriuscita di alcune colate. I flussi lavici sono ancora in lento avanzamento, ma non sono più alimentati. Quella principale si sta espandendo sul fondo della desertica Valle del Bove ad una quota poco sotto 2.000 metri, avendo percorso circa 4 chilometri. Un flusso più piccoli diretto verso la Valle del Leone è lungo circa 1 km con un fronte a quota 2.900 m circa. Un ulteriore trabocco è avvenuto sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est, alimentando una piccola colata verso sud-ovest. L’ampiezza media del tremore vulcanico, che dopo la fase parossistica è diminuita velocemente, adesso presenta valori medi, ben al di sotto di quelli che si registravano prima della fontana di lava.

Il tremore vulcanico

La sorgente del tremore risulta localizzata in coincidenza del Cratere di Sud-Est, alla profondità di circa 2.800 metri sopra il livello del mare. Anche l’attività infrasonica è diminuita notevolmente, con valori bassi. I dati di deformazione della rete Gps non hanno registrato variazioni significative, mentre i segnali della rete clinometrica hanno mostrato contenute variazioni in concomitanza con l’attività eruttiva.

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