- Stato di calamità per i paesi etnei colpiti dall’eruzione dell’Etna
- Lo chiede Marco Forzese, coordinatore di Cantiere Popolare a Catania e provincia
- La conta dei danni su strade e coltivazioni
“Lo stato di calamità per i paesi della cintura etnea colpiti dall’eruzione del vulcano è una misura non solo necessaria ma urgentissima se si considera la situazione nella quale si trovano a causa del Covid”. Lo dice Marco Forzese, coordinatore di Cantiere Popolare a Catania e provincia.
La disperazione di un territorio già gravemente danneggiato
Prosegue Forzese: “L’incremento dell’attività esplosiva ha portato alla emissione di lava e nubi di cenere e lapilli che hanno invaso intere aree, con tutte le ripercussioni che è facile immaginare. Senza dimenticare la chiusura a cui è stato costretto lo scalo aeroportuale di Fontanarossa, chiuso per emergenza cenere lavica. La richiesta e quindi il riconoscimento dello stato di calamità rappresenta quindi un grido di disperazione per un territorio già gravemente danneggiato nelle sue attività commerciali e produttive, con danni ai servizi e ai collegamenti”.
Intanto si fa la conta dei danni su strade e coltivazioni
Si sono svegliati coperti da uno strato di cenere lavica Catania e molti paesi etnei dopo la violenta e spettacolare eruzione d’ieri del vulcano attivo più alto d’Europa. L’Etna ha dato vita, per un’ora, a una fase ‘parossistica’ dal cratere di Sud-Est con ‘fontane’ di lava incandescente alte diverse centinaia di metri e una colata che si è riversata nella desertica Valle del Bove, raggiungendo quota 1.700 metri, lontana da centri abitati.
Strade e campi invasi dai lapilli
Dopo il furioso parossismo del 16 febbraio, una copiosa quantità di cenere e detriti è caduta su alcuni comuni etnei. Le strade dei paesi etnei e le auto sono coperte di cenere e lapilli, cosi anche le piazze e monumenti. La caduta di cenere è stata registrata a Pedara, Mascalucia, Nicolosi e Tremestieri Etneo, e inoltre, al centro di Catania dove il sindaco Salvatore Pogliese ha emesso un’ordinanza che vieta la circolazione delle due ruote.
Le verifiche di Coldiretti
“Con i nostri tecnici stiamo verificando eventuali danni provocati dalla cenere sulle colture della fascia etnea. Lo afferma Coldiretti Sicilia con riferimento all’eruzione dell’Etna d’ieri 16 febbraio con cenere e lapilli caduti soprattutto nei paesi più vicini al vulcano. Sembra che la città di Catania sia la zona più colpita ma si sta verificando se ci sono danni soprattutto su ortaggi e agrumi anche se servirà qualche giorno in più per constatarne la eventuale rovina. L’ evento – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia – è già avvenuto in altre occasioni nel passato con le polveri che hanno macchiato le produzioni rendendole di fatto invendibili”.
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