• Etna, fino alle 3.30 della notte scorsa attiva una fontana di lava sul cratere di sud – est.
  • Coldiretti ha segnalato i danni causati all’agricoltura dalle ceneri e i lapilli.
  • C’è stato anche un lieve sisma nel Parco dell’Etna.

Un terremoto di magnitudo 2.5 è stato registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in provincia di Catania, nella zona di Ragalna, nel Parco dell’Etna. La scossa è avvenuta alle 9.56, a una profondità di 19 chilometri.

A proposito di Etna, fino alle 3.30 di stanotte è stata attiva una fontana di lava sul cratere di sud-est verso la Valle del Bove. Un’ora prima era aumentata l’ampiezza media del tremore vulcanico, con la sorgente localizzata a circa tremila metri. Il flusso lavico ha raggiunto una quota di circa 2.200 metri. L’attività stromboliana era ripresa ieri alle 17.30 con la sorgente del tremore localizzata a una profondità di 2.500 metri.

La Coldiretti, però, ha segnalato i danni che sta causando il vulcano sull’agricoltura perché una coltre nera di cenere e lapilli ha danneggiato piante, fiori, verdure e serre con gli agricoltori impegnati a salvare il lavoro di un anno dalla furia del vulcano.

A essere colpite in particolare le coltivazioni di spinaci, cavolfiori e insalate ma anche piante e fiori nei vivai con i pezzi di lava che sono piovuti dal cielo, danneggiando le foglie «mentre gli agricoltori corrono da una parte all’altra dei campi per ripulire tutto dalla cenere che impedisce la crescita delle piante anche nelle serre dove la coltre nera blocca il passaggio della luce», si legge in una nota di Coldiretti.

«La manutenzione straordinaria è estesa in generale a tutti gli strumenti di lavoro e questo – ha continuato Coldiretti – fa lievitare i costi aziendali soprattutto in un momento in cui le produzioni siciliane dell’area etnea partono per raggiungere i maggiori mercati ortofrutticoli e florovivaistici d’Italia e d’Europa».

Foto di repertorio.