Non un semplice fallimenmto ma una distrazione organizzata di beni a favore degli amministratori prima di giungere alla chiusura. E’ questa, secondo la Guardia di Finanza, la storia del call center QE di Paternò. Militari della Guardia di finanza di Catania in collaborazione con i colleghi di Brescia e Milano hanno eseguito su delega della Procura della Repubblica del capoluogo etneo una ordinanza di misure cautelari, una agli arresti domiciliari ed una interdittiva, nei confronti di due persone nell’ambito proprio delle indagini sul dissesto e sul fallimento della “QE’ S.R.L.” di Paternò.

Agli arresti domiciliari è finito Patrizio Argenterio, di 64 anni, presidente del CdA ed amministratore, anche di fatto, della “QE’ S.R.L. dall’aprile 2013 fino alla dichiarazione di fallimento.

Divieto temporaneo per 6 mesi di esercitare ruoli direttivi di persone giuridiche e imprese per Mauro De Angelis, di 71 anni, amministratore della “QE’ S.R.L.” dal luglio del 2015 fino al fallimento del 2017.

Le Fiamme Gialle hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo per 2,4 milioni di euro emesso dal Gip.

La “QE’ S.R.L.”, già fornitrice del servizio di call/contact center ad aziende di rilevanza nazionale tra le quali, Enel Energia, Sky e Inps, alla fine del 2016 chiuse i locali, licenziando oltre 200 lavoratori dipendenti e centinaia di lavoratori a progetto.

Nel giugno 2017, il Tribunale di Catania dichiarò il fallimento della società paternese gravata, tra l’altro, da debiti erariali non assolti per circa 14 milioni di euro. Il dissesto finanziario della “QE’ S.R.L.” ebbe inizio nell’esercizio 2012 quando il patrimonio netto non più esistente mostrava un saldo negativo di oltre un milione di euro venne, secondo l’accusa, occultato dagli amministratori attraverso la redazione di bilanci falsi al solo scopo di proseguire fraudolentemente l’attività. Eppure, la società di call center dal 2009, anno di sua costituzione, usufruiva anche di agevolazioni finanziarie e di crediti d’imposta riservati alle aziende localizzate nel Mezzogiorno per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.

Le Fiamme gialle hanno messo sotto intercettazione i protagonisti di questa vicenda sospettando la bancarotta ed hanno ricostruito il patrimonio posto sotto sequestro e la presunta sequenza degli eventi.

Secondo l’accusa mossa a termine dell’indagine il management della “QE’ S.R.L.” avrebbe iniziato nel 2015, in pieno dissesto, dopo aver beneficiato di tutti i contributi e gli sgravi possibili concessi per l’insediamento in Sicilia dell’attività aziendale, lo svuotamento delle casse sociali effettuando pagamenti e cessioni di beni a beneficio di imprese riconducibili direttamente alla cerchia degli indagati preparandosi alla chiusura dell’anno seguente.

Il deficit patrimoniale della “QE’ S.R.L.” pari a oltre un milione di euro all’inizio del 2013, per effetto delle condotte di falso in bilancio, omessi versamenti di imposte e contributi previdenziali nonché distrazioni e pagamenti preferenziali, raggiungeva nell’ultimo bilancio approvato per l’esercizio 2015 un valore di oltre 7 milioni di euro.

Oggi i provvedimenti giudiziari

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