“Non puoi mostrare il mare che hai dentro a chi non sa nuotare”. E’ l’ultimo post pubblicato da Vanessa Zappalà, il 19 luglio scorso, sul proprio profilo Facebook, in cui si definiva ‘single’. Diplomata all’istituto tecnico economico ‘Enrico De Nicola’ di San Giovanni la Punta, viveva con la famiglia a Trecastagni. La foto del profilo è accompagnata dalla frase ‘mala mujer’ (cattiva donna), probabilmente in riferimento alla canzone del rapper spagnolo C.

Dolore e rabbia sui social

“Principessa. Sarai l’angelo più bello. Non mi può pace qante volte ti mandavo messaggi ‘stai attenta Vane…’, ‘Vane ho paura….’ E tu ‘Tranquilla non mi fa niente è solo geloso….’ Facevi casa e lavoro una ragazza tranquilla, buona, gentile, educata. Ho senso di vuoto. Di angoscia”. Così sui social network, dove monta il dolore e la rabbia per la sua uccisione da parte del suo ex fidanzato, un’amica di Vanessa Zappalà su Facebook. Un’altra ragazza su Tik-Tok in un montaggio di foto della 26enne scrive: “Principessa mia dolcissima come farò a non vederti più, con chi parlerò la sera dal balcone?”. E attacca, insultando, l’ex fidanzato “bastardo maledetto hai tolto la vita a una ragazzina…”

Reazioni forti dalla società civile

“Non chiamatelo amore. Non chiamatelo raptus! È solo altro sangue sulle mani di uomini che odiano le donne”. Uil Sicilia e Uil Catania “piangono la ventiseienne Vanessa Zappalà, vittima di femminicidio, assassinata la scorsa notte al porticciolo di Acitrezza”. L’organizzazione sindacale con un messaggio della segretaria organizzativa regionale Luisella Lionti e della segretaria generale territoriale Enza Meli si “unisce al dolore dei familiari e degli amici della ragazza”.

“Con strazio e rabbia – commentano Luisella Lionti ed Enza Meli – apprendiamo questa notizia che allunga in provincia di Catania e in Sicilia una lista tragica, lunghissima, inquietante. Mai come oggi attuale, uno striscione su via Sangiuliano dalla nostra sede provinciale invita a non chiamare amore né raptus il femminicidio. Nessuna giustificazione è tollerabile, nessuna pena può bastare. È tempo che nelle scuole diventi obbligatoria per tutti l’ora di educazione al rispetto della vita. Se volete – aggiungono – vi proponiamo di tenere queste lezioni seduti attorno alla panchina rossa che abbiamo inaugurato due anni fa nel cortile della Uil di Catania e sulla quale è incisa questa frase di Isaac Asimov: la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. Oggi, Isaac Asimov avrebbe pianto con noi Vanessa Zappalà”.

Uccisa dal suo stalker che lo Stato non ha saputo fermare

“L’uccisione di Vanessa Zappalà, la giovane a cui l’ex fidanzato più volte denunciato per stalking ha sparato in strada ad Aci Trezza, è una sconfitta dello Stato, come tutti i casi di Femminicidio annunciato. È Inaccettabile che non funzionino le misure di protezione, dopo una denuncia deve essere un imperativo categorico per tutti proteggere la donna” dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio e la violenza di genere. “L’inefficacia delle misure di protezione – prosegue Valente- impedisce di interrompere la spirale di violenza e rende anche difficile chiedere poi alle donne di denunciare. Rafforziamo quindi tutte le misure: dall’uso del braccialetto elettronico alla possibilità di arresto in flagranza per chi viola misure di protezione (una norma appena approvata alla Camera per emendamento alla riforma del Processo penale), ma anche il fermo per chi non è colto in flagranza, che vogliamo introdurre. Bisogna usare meglio gli strumenti che ci sono e rafforzare queste misure, fondamentali per impedire il peggio”.

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