• Un giornalista sulle tracce di Sant’Agata
  • Un giallo-noir ambientato a Catania nei giorni della Festa, nota in tutto il mondo, che viene annullata
  • Arriva in libreria e negli store digitali “Agata rubata”, il romanzo del giornalista catanese Valerio Musumeci edito da Bonfirraro

Un giallo-noir ambientato a Catania nei giorni della Festa di Sant’Agata, improvvisamente annullata. Un giornalista che cerca di scoprire le motivazioni di molti fatti strani che stanno accadendo in città. Potrebbe essere definito un romanzo visionario che ha anticipato gli eventi di quest’anno “Agata rubata”, il libro del giornalista etneo Valerio Musumeci, edito da Bonfirraro, disponibile in libreria e negli store digitali.
Una novità assoluta nel panorama editoriale, un testo che ha, in qualche modo, inconsapevolmente, ‘previsto’ quanto accaduto nel 2021: Festa a porte chiuse, senza i fedeli e le tradizionali processioni a causa delle limitazioni imposte dal Covid19.
Una circostanza che mai nessuno avrebbe immaginato si verificasse, inattesa, così come inattesa è una pandemia.
Protagonisti del romanzo sono il giornalista Salvo Lanza e una Catania a tratti un po’ cupa, malinconica e surreale, ma sempre affascinante e coinvolgente.
Valerio Musumeci ha parlato di “Agata rubata” con BlogSicilia.

Si tratta di un libro per certi versi ‘profetico’?

Più che di profezia parlerei di caso. “La vita imita l’arte”: ecco è successo qualcosa del genere. Quando nel 2014 ho avuto l’idea di scrivere il romanzo non potevo immaginare che l’annullamento della Festa sarebbe divenuto realtà. Ho cominciato e rendermene conto l’autunno scorso, ed è accaduto davvero. Ovviamente non ho doti divinatorie!

“Agata rubata” è un romanzo dalla gestazione lunga…

Eh, direi di sì. L’ho iniziato ben sette anni fa e poi è finito nel cassetto. Sono tornato a lavorare al libro nel gennaio del 2019, ed ho cambiato totalmente convinzione rispetto alla impostazione iniziale. Due i punti cardine ‘sopravvissuti’ sui quali ho avuto sempre le idee chiare: l’annullamento della Festa e un giornalista come protagonista.

Ecco, chi è Salvo Lanza? C’è qualcosa di autobiografico nel tuo libro? Perché il protagonista è un giornalista?

Di solito questo tipo di romanzi sono popolati da personaggi come poliziotti e magistrati. Per me il protagonista non poteva che essere un giornalista ma nel libro di autobiografico non c’è nulla. Io e Salvo Lanza siamo accomunati solo dalla medesima professione. Lui ha un passato totalmente diverso dal mio. Lui ha alle spalle trascorsi dolorosi e vicende alquanto tormentate.

Non si tratta della tua prima pubblicazione. Cosa cambia in chi scrive quando si decide di cimentarsi nella stesura di un romanzo?

Ho scritto un pamphlet e collaborato con gli autori di alcuni saggi storico-politici, e sono cose diverse. E’ la prima volta che mi confronto con il genere narrativo, totalmente differente rispetto alle mie precedenti esperienze, molto più difficile. Ho incontrato la difficoltà di costruire una realtà che fosse verosimile e ho cercato di farlo nel modo più serio possibile. Il centro della vicenda è ‘mistico’ e surreale, il contesto è credibile, un po’ come in certi film di Woody Allen.

Quale è il tuo rapporto con Sant’Agata?

Non sono un devoto come vengono chiamati a Catania i fedeli della Santa, tuttavia ho sempre seguito la Festa, anche nei momenti più intimi e di maggiore raccoglimento, come le celebrazioni notturne. Ho coltivato un mio rapporto con la Santa nel corso degli anni; credo che Sant’Agata sia una figura spettacolare e che comunica moltissimo, estremamente bello e complesso il rapporto tra Agata e la sua Catania.

Cosa ti piacerebbe che pensassero i lettori di “Agata rubata”?

Mi piacerebbe che si divertissero. Il mio primo obiettivo è quello di intrattenere, far passare momenti felici a chi lo leggerà. Credo sia una bella storia da raccontare, come ho fatto io con semplicità, senza cercare significati più profondi. Mi sono divertito molto a scrivere.

In fase di scrittura hai scoperto qualcosa che non conoscevi di Catania?

Sì, molti dettagli, sfumature e aneddoti ho dovuto prima cercarli e poi approfondirli per ricostruire il contesto. Ho scoperto cose della mia città che avevo sotto gli occhi da sempre e sulle quali magari non mi ero mai soffermato. Ho scoperto molto anche su me stesso, cioè la capacità di ricerca e di concentrazione. Scrivere un romanzo e scrivere un articolo sono cose molto diverse.
Un libro è qualcosa di rivelatore.

Cosa accadrà nel futuro al personaggio di Salvo Lanza?

Lanza si presta molto bene ad un approfondimento. La sua storia potrebbe avere un seguito, chissà…
Per adesso penso al presente, e in merito all’annullamento della Festa devo precisare che condivido pienamente le scelte direi obbligate e coraggiose dell’amministrazione comunale e dell’Arcidiocesi di Catania, credo che non avrebbe potuto essere diversamente.
Concludo ringraziando Luca Di Giovanni, giovane artista catanese che ha realizzato la copertina del romanzo. L’immagine riprodotta riprende l’iconografia classica della Santa (il vestito rosso, simbolo del martirio, il vassoio con i seni recisi), con la cattedrale di Catania sullo sfondo di un cielo stellato.

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