“Le decisioni della magistratura sul caso gettonopoli Catania? Nessuna meraviglia. Il malcostume dilaga nella pubblica amministrazione. Per cercare di fermarlo si può fare una marcatura strettissima e un’operazione di fiato sul collo, come costantemente facciamo noi. Avevamo detto che avremmo aperto la scatoletta, lo stiamo facendo. La denuncia, però, non basta, serve il buon il governo e i Comuni in cui amministriamo da anni in questo senso sono un esempio”.

I deputati all’Ars del M5S commentano così i provvedimenti della magistratura sullo scandalo delle presunte presenze gonfiate al Comune d Catania, scoperchiato grazie ad un lavoro meticoloso e ad una denuncia degli attivisti 5stelle etnei.

“Fare scoppiare gli scandali – dicono i parlamentari M5S – è importante per creare un effetto deterrente e contribuire alla crescita della coscienza civica. Per questo abbiamo provveduto in questi anni a richiedere alle varie amministrazioni una valanga di carte. Per dare un’idea, da quando siamo all’Ars, abbiamo prodotto quasi 900 richiese di accesso agli atti. Solo per il versante gettonopoli abbiamo domandato le carte a tutti i Comuni dell’isola”.

E i risultati non sono mancati. Da Agrigento a Siracusa, passando per Palermo, Catania, Misterbianco, Acireale e Zafferana Etnea, solo per citare alcuni casi, gli episodi incresciosi non sono mancati, con particolari al limite dell’incredibile, come presenze fulminee, commissioni lampo o partecipazioni contemporanee di consiglieri in sedi diverse”.

Non sono mancati anche gli episodi curiosi: “A Palermo – dicono i portavoce all’Ars – dopo la nostra richiesta di accesso agli atti, una commissione consiliare ha fatto sapere di avere denunciato il furto dei verbali di una ventina d’anni. Certo, è curioso sapere che c’è chi va in giro a rubare scartoffie di cui probabilmente non se ne farà nulla”.

Nell’agenda del M5S non ci sono solo denunce, però. “Per debellare il fenomeno – afferma Giancarlo Cancelleri – occorre soprattutto il buon governo. E i nostri Comuni in questo senso sono sicuramente un esempio. Il numero delle commissioni e le spese bassissime per i gettoni di presenza sono un modello. Solo per fare un esempio mi rifaccio ai Comuni nostri più vecchi: a Bagheria la spesa per commissioni e consigli si è ridotta quasi ad un terzo, non per questo penalizzando l’azione amministrativa, anzi. Nel 2012 si sono spesi 301mila euro a fronte dei quasi 113mila del 2016”.

E la spesa del 2012 per le commissioni e i consigli comunali di Bagheria è destinata con tutta probabilità a salire di parecchio, visto che i consiglieri hanno chiesto il rimborso per una decurtazione del 30 per cento fatta in virtù di una norma nazionale poi rivelatasi incostituzionale.

“Anche a Ragusa – afferma Cancelleri – spesa e numero di sedute delle commissioni sono state contenute. Nel 2016 la spesa per consiglio e commissioni si è attestata a poco più di 169 mila euro e le sedute di commissione sono state solo 73”.

Un numero bassissimo se raffrontato con quello che ha contribuito a fare scoppiare lo scandalo gettonopoli ad Agrigento, dove in soli nove mesi del 2014 sono state tenute più di 1100 sedute di commissione.

“Si deve smettere – commenta Cancelleri – di considerare le pubbliche amministrazioni come bancomat personali, bisogna riappropriarsi e valorizzare il concetto di cosa pubblica e trattarla come un bene di tutti, avendone la massima cura”.