In una piovosa sera, era il 5 Gennaio del 1984, e alle 21,30 Giuseppe Fava veniva assassinato da cosa nostra. Sono trascorsi 36 anni ma il carisma e la rettitudine dello scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista e sceneggiatore siracusano rimangono ancora vivi.

Il giornalista e scrittore siciliano verrà ricordato con l’assegnazione del Premio Nazionale Giornalistico a lui intitolato e con altre iniziative promosse dalla Fondazione Fava e dall’Associazione I Siciliani Giovani. A Catania un’intera giornata dedicata alla memoria di Fava, stoico sostenitore della verità.

Il primo appuntamento è in programma alle ore 10 al Teatro Machiavelli di Catania per l’assemblea dei Siciliani Giovani e di Rete Antirazzista catanese a cui partecipa Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. Nel capoluogo etneo alle ore 17 partirà il corteo da piazza Roma che raggiungerà la lapide di via Fava. Alle ore 18 tradizionale appuntamento sotto la lapide.

Come negli anni passati, il Comune di Catania donerà uno strumento musicale a una scuola della città, e in memoria di Elena Fava, figlia del giornalista scomparsa quattro anni fa, la Fondazione Fava donerà uno strumento musicale alla scuola elementare di Palazzolo Acreide (Sr), paese natale del giornalista. Gli studenti del Liceo Turrisi Colonna, destinatari nel 2019 di una viola, suoneranno in memoria delle vittime di mafia e l’associazione culturale ex allievi amici del Turrisi deporranno un mazzo di fiori sotto la lapide.

Alle ore 19.30 al Piccolo Teatro di via Ciccaglione si terrà un dibattito, moderato da Lorenzo Tondo, inviato del quotidiano The Guardian, sul tema “Trafficanti di uomini, la verità e i silenzi”. Parteciperanno Nello Scavo, giornalista di “Avvenire”, Francesca Mannocchi e Nancy Porsia, vincitori dell’edizione del 2020 del premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava – Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie”, autori di coraggiose inchieste sul traffico di migranti in Libia.

“Premiare tre giornalisti , peraltro pesantemente minacciati, che autonomamente e per diverse testate si sono occupati dello stesso argomento è un modo per sottolineare quanto sia importante non lasciare nessuno a indagare in solitudine – si legge in una nota della Fondazione Fava – . È anche un’opportunità per spostare i riflettori dalla polemica sulle Ong al vero traffico di migranti, agli accordi Italia-Libia, restando comunque “vicini” alla Sicilia: è difficile credere che questa tratta avvenga senza il beneplacito o la connivenza delle mafie italiane”.

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