“Stiamo celebrando l’Anno Straordinario, il Giubileo, della Misericordia voluto da Papa Francesco per il bene della Chiesa e di tutta l’umanità. Questo evento lo viviamo in giorni difficili per la crisi che attraversiamo e per le esplosioni di violenza che ci preoccupano. La crisi sociale ed economica, come le violenze, benché in misura ed intensità diverse, riguardano tutti. Gli attentati terroristici fanno sorgere sentimenti di insicurezza e perfino di paura”.

Lo ha detto l’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina nel tradizionale messaggio alla città. Il busto reliquario si è fermato in piazza Stesicoro, gremita di persone.

“Ci sentiamo come smarriti, preoccupati, incerti dinnanzi a quanto di ordinario ed ovvio compiamo nella nostra giornata e nella vita familiare e sociale. In  queste condizioni può sorgere qualche domanda: forse il Signore ci sta abbandonando? Forse il Dio di Agata non si prende cura delle nostre incertezze? Forse la nostra Patrona, sempre attenta alle sorti della città, non ci accompagna più? Come spiegare tanta sofferenza soprattutto per i bambini, i ragazzi, tante mamme e persone anziane? Come è possibile tutto questo?”.

Il giubileo della misericordia – “Papa Francesco ci spinge a scoprire il volto misericordioso di Dio. Il Papa parla continuamente di misericordia divina e lo fa con espressioni che ci toccano il cuore. Dio è misericordia perché è come un padre o una madre che accoglie, protegge, perdona e risana le ferite, i dolori, le preoccupazioni dei propri figli. E noi, certamente, siamo figli di Dio anche perché una sola cosa con il Suo Figlio Gesù. In particolare, Papa Francesco, a noi sacerdoti chiede di aiutare tutti, specialmente le persone che sono più provate dalla sofferenza, affinché sperimentino l’amore misericordioso del Signore. Il Giubileo della Misericordia diventa, allora, la grande occasione offerta a tutti per accogliere, condividere e testimoniare la misericordia del Signore”.

Gli atti latini di Sant’Agata – “Vi è un bel riferimento alla misericordia. Agata era sta crudelmente torturata su ordine dello stolto Quinziano. Ricondotta in carcere, rivolge al Signore una preghiera. Agata, la nostra Patrona, indica la misericordia come traguardo della sua vita; questa giovane ragazza, cioè, comprese la cosa più importante: desiderare di essere avvolta per sempre dall’amore misericordioso del Signore”.

Agata giunse al traguardo della pienezza della misericordia con il  martirio, come ci ricordano i luoghi dove adesso ci troviamo. Il Giubileo ci fa comprendere che noi possiamo giungere a questa pienezza di misericordia, se non mediante il martirio, attraverso l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituali. 

“Fratelli e sorelle – conclude Gristina – Agata vuole che noi la onoriamo celebrando bene il Giubileo della Misericordia allo scopo di comportarci con il nostro prossimo in maniera davvero umana e cristiana, attraverso l’esercizio quotidiano delle opere di misericordia”. 

Gristina ha ricordato monsignor Luigi Bommarito, ex arcivescovo di Catania, “che – ha avuto qualche difficoltà di salute, ma che sta ora riprendendosi bene: affidiamo anche lui alla protezione della nostra Santa Patrona”.

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