Nei giorni scorsi, la polizia ha denunciato un trentenne catanese per inosservanza delle prescrizioni impartitegli con il provvedimento di Daspo che risale al settembre 2019.

All’epoca, al giovane, un ultras della curva sud, era stato notificato il provvedimento, valido 5 anni e con l’obbligo di comparire negli uffici del commissariato di Librino in concomitanza con le partite del Catania, a seguito di gravi condotte violente e minacciose poste in essere nei confronti degli steward in servizio ai tornelli dello stadio, durante le fasi di accesso ad una partita del Catania giocata nel mese di maggio precedente.

Nei giorni scorsi il giovane non ha rispettato l’obbligo

Nei giorni di svolgimento di due partite del campionato di Lega Pro, che vedevano impegnato il Catania in un caso in trasferta e nell’altro allo stadio Angelo Massimino, il giovane non ha rispettato l’obbligo di comparire in Commissariato e, soprattutto, giustificandosi con impegni lavorativi per i quali, però, non aveva mai avuto né tantomeno richiesto la prevista autorizzazione del Questore di Catania.

Pertanto, gli agenti del commissariato di Librino gli hanno contestato l’inosservanza e l’hanno denunciato alla Procura della Repubblica.

Scontri tra tifosi a Siracusa, emessi 65 Daspo dalla polizia

Gli agenti della Divisione di polizia anticrimine di Siracusa hanno emesso 65 Daspo a carico di altrettante persone che hanno preso parte agli scontri tra i tifosi del Siracusa e dell’Acireale al termine della partita giocata ad inizio ottobre fa a Siracusa e valevole per il campionato di serie D.

Un provvedimento che dispone il divieto, per 5 anni, a mettere piede nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive.  Per i recidivi, che già erano destinatari di analoghi provvedimenti, il periodo di inibizione potrebbe essere prolungato fino a dieci anni.

Inoltre, per tutti scatteranno le prescrizioni della firma negli Uffici di Polizia nel giorno e nell’ora delle partite di calcio che vedranno impegnate le squadre interessate. Chi viola il Daspo incapperà in sanzioni penali (da uno a tre anni di reclusione) ed in una multa (da 10 mila a 40 mila euro).