Gatti neri utilizzati nel corso dei riti satanici. Un problema che secondo molti animalisti graverebbe pesantemente soprattutto nel periodo di Halloween quando “menti malate” uccidono gli incolpevoli micetti rei di avere solo un manto scuro.
La definizione di “menti malate” è dell’ENPA Catania che, con l’avvicinarsi della nota festa, invita a non offrire in adozione proprio i gatti neri. In questo periodo, comunica la Protezione Animali, smetteremo di pubblicare simili appelli. Il consiglio vale anche per le altre associazioni e volontari; evidentemente i rischi non vengono sottovalutati.
Del resto la possibilità che nel corso dei riti satanici, e non solo, vengono sacrificati gatti ed altri animali, è reale. Tempo addietro la Questura di Udine individuò un gruppo di fedeli di una religione cubana che ricorreva al sacrificio animale. Particolare impressionante quello del sangue spruzzato dal collo di un agnello direttamente sulla testa dei neonati. Con tanto di fotografie sequestrate nei computer degli adepti, la Polizia di Stato documentò l’orrendo rituale di una religione che non era comunque satanista, anzi. Si trattava di una sorta di sincretismo tra Cristianesimo e riti pagani arrivati nell’isola di Cuba con le deportazione delle popolazioni africane schiavizzate.
Più limitati, invece, i casi effettivamente riscontrati di gatti neri utilizzati nel corso di veri e propri riti satanici. Per la città di Palermo si riferì tempo addietro di Capo Gallo. La presenza di alcuni solchi cerchiati nel terriccio della nota Riserva Naturale, indusse alcuni ad ipotizzare lo svolgimento di tali rituali. Girarono pure voci di alcuni sub che, nascosti tra le rocce, videro all’imbrunire alcune persone intente a svolgere l’inquietante programma.
Voci mai appurate, ma nell’incertezza proprio in questo periodo un occhio particolare ai gatti neri, non fa di certo male.
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