Saranno celebrati oggi i funerali di Ignazio Scaravilli, il medico ortopedico catanese morto per una tragica fatalità nel mare di San Giovanni Li Cuti, a Catania. Le esequie si terranno alle 16.30 nella Chiesta Cristo Re.

Scaravilli nel 2015, era sfuggito ad un drammatico sequestro in Libia. Era rimasto in mano ai rapitori vicini allo Stato Islamico per cinque mesi. Poi la liberazione.

Il medico ospite a casa di amici nella frazione marinara di San Giovanni Li cuti era su una scaletta che porta in mare quando un’onda l’ha travolto trascinandolo in acqua. L’impatto con gli scogli di pietra lavica che caratterizzano il lungomare Ognina gli ha procurato un esteso trauma facciale e cranico che ne ha causato la morte. Inutili i soccorsi che sono arrivati immediati da parte di amici e parenti.

Scarivilli era un appassionato del suo lavoro di chirurgo ortopedico specializzato in interventi sulla mano e riabilitazione.

Era partito, assieme ad altri tre colleghi siciliani, prima del Natale del 2014 per dare il proprio contributo all’ospedale di Dar Al Wafa, nella zona di Suq Talat. Dopo una ventina di giorni il sequestro. A segnalare la sua scomparsa erano stati altri medici e i suoi familiari di Catania, preoccupati per la mancanza di notizie. A rapirlo sarebbero state forze vicine allo stato islamico in Libia. Era stato liberato il 9 giugno del 2015 con il concorso delle autorità di Tripoli e un lungo e sotterraneo lavoro della Farnesina e dei nostri servizi d’informazione.

Aveva lavorato a lungo a Padova, dove aveva ancora casa in cui risiedeva con la moglie fin quando viveva nella città veneta. Nel 2014 era rientrato in Sicilia dopo avere prestato servizio per 35 anni al ‘Cto’, oggi noto come ospedale Sant’Antonio.