“Il CGA ha discusso l’istanza di chiarimenti sulla sentenza del 29 luglio scorso e ha stabilito che essa debba interpretarsi nel senso di procedere anche all’elezione del Rettore. Chiarezza è stata fatta ed era necessario”.
Così il Rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, commenta in una nota la sentenza del Cga che, in pratica, conferma come, nell’arco di 30 giorni, si dovrà procedere al rinnovo degli organi statutari dell’ateneo catanese, fra cui anche la massima carica.
“Già a poche ore dalla pubblicazione della sentenza, – si legge nella nota del Rettore – mi ero mosso con la massima tempestività per chiedere chiarimenti su un dispositivo che – come dimostra la nota del Ministero e il contenuto dell’istanza dell’Avvocatura di Palermo – poteva prestarsi ad altra interpretazione. Del resto, lo stesso CGA ha oggi riconosciuto che “l’esigenza di chiarimenti espressa … dall’Amministrazione aveva una sua oggettiva consistenza”. Adesso, con la stessa sollecitudine, sto provvedendo a convocare in via di urgenza il Senato Accademico, affinché inviti il Decano a indire le elezioni del Rettore”.
Tutto nasce dal ricorso presentato dalla professoressa Febronia Elia che si era vista respingere la richiesta di nuove elezioni, presentando anche un al Tar di Catania che aveva dato ragione invece all’Università. La vicenda, tuttavia, ha origini ancora più antiche che risalgono all’amministrazione dell’ex rettore Antonio Recca sotto il quale, nel 2011, venne varato il nuovo Statuto cosi come previsto dalla legge Gelmini. Fu il Miur a presentare ricorso al Tar che venne poi respinto, ma il ministero sollevò anche dei rilievi che vennero poi tenuti in considerazione dal rettore Pignataro, subentrato nel 2013 a Recca, che modificò lo Statuto emanato dal suo predecessore.Sulla questione, nel febbraio 2015, si pronunciò il Cga che decretò l’illegittimità dello Statuto, una sentenza che per il ministero sarebbe stata assorbita da quelle modifiche apportate nel frattempo.
“Intendo ribadire – continua il Rettore – quanto ebbi a dichiarare all’indomani della sentenza. Se oggi dobbiamo affrontare un passaggio istituzionale difficile, che ha già comportato danni all’immagine e all’azione dell’Ateneo, lo si deve esclusivamente al fatto che chi mi ha preceduto si avventurò ad emanare uno Statuto in violazione di importanti norme procedurali. Mentre, se possiamo procedere al rinnovo dei nostri organi statutari sulla base dello Statuto e dei regolamenti vigenti, ciò è dovuto al lavoro di modifica portato avanti dalla mia amministrazione e sostenuto dal consenso unanime del Senato accademico. Disponiamo finalmente di norme legittime, al pari di tutte le altre Università del Paese”.
In conclusione arriva anche la volonta, dell’attuale Rettore, di ricandidarsi: “Ritengo dunque di avere il diritto di proporre la mia candidatura a Rettore al fine di completare il mandato che mi avete affidato a larghissima maggioranza il 28 febbraio 2013 e sento il dovere di portarne a compimento le realizzazioni programmatiche. Non ho mai avuto la supponenza di ritenere che la fonte del mio ruolo fosse aliena dal consenso della mia comunità, ho sempre ricercato il confronto con gli organi collegiali e con tutti voi e lavorato per costruire scelte ampiamente condivise, senza mai rinunciare all’esercizio della mia responsabilità e dei miei doveri”.
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