Il colore sinonimo di sofferenza, passione, pietà, violenza, lotta, speranza, in altre parole, simbolo di vita attiva e partecipata, di vita sentita e vissuta, di vita umana ed in quanto tale debole e forte, buona e cattiva, reale e sognata.
E’ declinato così il rosso all’interno delle opere del grande maestro siciliano Renato Guttuso, tema domaninate della mostra in corso nella sede della Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte (Via Sottotenente Pietro Nicolosi 29, San Giovanni la Punta) e intitolata ‘Rosso Guttuso’.
L’esposizione è stata inaugurata lo scorso 19 giugno, in occasione del nono anniversario di nascita della fondazione, attiva nella promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali e nella valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone: il parco, la sezione di opere d’arte moderna e contemporanea, la collezione di abiti d’epoca e di libri antichi).
La mostra è stata pensata insieme alla Galleria De Bonis di Reggio Emilia che da molti anni si occupa della divulgazione delle ricerche e delle opere degli artisti del novecento italiano e in particolare delle opere del pittore neorealista nato a Bagheria. E’ presentata, infatti, una selezione dei lavori dell’artista tracciando un duplice percorso che è, allo stesso tempo, tematico e cronologico con opere che vanno dal 1934 fino al 1984. Il testo critico è di Giorgio Agnisola.
Gli olii su tela che ritraggono figure umane in interni domestici (suo topos stilistico), nature morte, processioni di martiri e un carrettiere a riposo, dialogano con le chine su carta in cui quelli che appaiono abbozzi e appunti presentano già la consistenza del lavoro finito. Ad esempio, gli “studi per la crocefissione” presenti in mostra, sebbene siano solo una parte del lavoro completo, hanno in se stessi una forza e una personalità che pochi artisti, come Guttuso, sono in grado di creare con il solo gesto della propria mano.
“Dentro ma anche al di là del segno – scrive Giorgio Agnisola – il colore rosso riflette un condizione d’anima, una passione immanente e trascesa, che apre al pulsare sanguigno dello sguardo, ma anche al vibrare sotteso della memoria, alla dolcezza e al sogno della vita trasfigurata dagli ideali”.
Visitabile solo su prenotazione fino al 5 novembre.
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