Serpeggia un forte allarme tra le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, dopo l’ennesimo incendio verificatosi nella zona industriale. Da alcune settimane, infatti, nell’area si sono verificati diversi roghi, l’ultimo dei quali ieri ha distrutto l’ex capannone della Sma dove dentro vi era di tutto. Una situazione di emergenza ed un immobilismo da parte delle istituzioni regionali e comunali competenti, che non fanno dormire sonni tranquilli ai sindacati che questa mattina hanno pensato di rivolgere al Prefetto un appello chiedendo la convocazione di un incontro.
“La zona è totalmente abbandonata nonostante il rischio incendi sia altissimo, perchè nè la scerbatura delle strade è stata fatta, nè sono stati fatti controlli in relazione ai terreni incolti e trascurati – denunciano all’unisono Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Fortunato Parisi e Giovanni Musumeci. Da troppo tempo ormai lanciamo segnalazioni sullo stato un cui versa una delle più importanti aree produttive del sud, ma puntualmente non veniamo ascoltati e non vediamo nemmeno una benchè minima traccia di intervento. Per questo abbiamo pensato di rivolgerci alla Prefettura, affinchè possa coordinare un incontro con la partecipazione dell’Irsap, della Città metropolitana di Catania e del Comune catanese, per trovare soluzioni rapide e fattive utili ad eliminare i pericoli per l’incolumità di coloro che lavorano e fanno impresa, prima che sia troppo tardi”.
“Neanche è cominciata l’estate – aggiungono Cgil, Cisl, Uil e Ugl e le loro categorie sindacali, che rappresentano migliaia di lavoratori che giornalmente operano nelle aziende insediate nella zona industriale – che già l’allerta nei vari blocchi del sito industriale è rossa. E menomale che l’ultimo evento incendiario si è registrato ieri che fortunatamente era domenica, giornata in cui la zona industriale è molto meno popolata rispetto agli altri giorni ed il vento portava via il fumo lontano dagli stabilimenti industriali. Non vogliamo, infatti, nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere in un giorno feriale ad una qualsiasi ora di punta con il vento caldo a spirare nella direzione dei siti produttivi, preferiamo si apra nell’immediato una corsa contro il tempo per recuperare tutto ciò che non è stato fatto per mettere in sicurezza l’intera zona prima che sia troppo tardi”.
foto archivio
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