Corruzione, truffa e falso in atto pubblico. Con queste ipotesi di reato sono state emesse due misure interdittive nei confronti di R. M. geometra e funzionaria del Comune di Aci Sant’Antonio e coordinatrice dell’ufficio sisma e Rup per l’approvazione e liquidazione delle domande di contributo presentate ai sensi degli articoli 6 e 7 dell’ordinanza del capo dipartimento della Protezione Civile e di A. P. geometra libero professionista.
L’interdittiva
I destinatari dei provvedimenti sono stati rispettivamente sottoposti alla misura cautelare interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di mesi dieci e del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale per la durata di mesi sei per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e soppressione, distruzione e occultamento di atti veri.
Le denunce e le indagini
Le indagini dei carabinieri nascono dopo le denunce presentate da due imprenditori sui lavori per la ricostruzione dopo il forte terremoto del 26 dicembre del 2018, noto come il sisma di Santo Stefano nei confronti del sindaco pro tempore del Comune di Aci Sant’Antonio (Santo Caruso) e del funzionario comunale, in servizio al terzo settore lavori pubblici-Protezione Civile, accusati di supposte condotte corruttive e di illeciti nella gestione e affidamento di lavori pubblici e nell’assegnazione di contributi stanziati dall’Ente comunale in favore di privati e associazioni.
Quattro anni di attività investigative
La complessa attività d’indagine, iniziata nel 2019 e durata sino al 2023, compiuta attraverso intercettazioni telefoniche e tra presenti, acquisizione di documentazione, perquisizioni e sequestri, sommarie informazioni testimoniali, ispezioni presso alcune abitazioni destinatarie dei contributi e consulenze tecniche, consentiva di portare alla luce un trasversale sistema illecito nella gestione dei contributi per la ricostruzione post–sisma nel quale risultavano pesantemente coinvolti, a vario titolo, pubblici amministratori, funzionari comunali, privati cittadini richiedenti il contributo per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dall’evento tellurico, nonché tecnici di parte.
Contributo statale percepito indebitamente
Dalle indagini è emerso che la funzionaria comunale attraverso il compimento di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, avrebbe fatto ottenere a privati cittadini l’indebita elargizione del contributo statale stanziato per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dal sisma, ottenendo in cambio una remunerazione economica, consistente in una quota del compenso corrisposto al tecnico di parte geometra di cui la stessa si sarebbe avvalsa, quale suo prestanome.
La stessa funzionaria comunale, attraverso il compimento di artifizi e raggiri e con il contributo offerto da pubblici amministratori, funzionari comunali e dal titolare dell’impresa affidataria dei lavori, sarebbe stata destinataria dell’indebita corresponsione di contributi per il ripristino della propria abitazione. Altri elementi sono emersi anche nei confronti dell’ex sindaco e dell’ex vicesindaco che si sarebbero resi responsabili di condotte fraudolente finalizzate a far ottenere l’indebito contributo in favore di privati i cui immobili non possedevano i prescritti requisiti previsti dall’ordinanza del capo dipartimento della Protezione Civile 566/2018.
I verbali di giunta falsificati
Gli approfondimenti investigativi hanno permesso, inoltre, di accertare falsificazioni plurime dei verbali di giunta e delle relative delibere adottate, in quanto i componenti della giunta comunale di Aci Sant’Antonio, in concorso con il segretario comunale, nel corso del 2019 avrebbero attestato, non conformemente al vero, la presenza di alcuni di loro a sedute alle quali n realtà non avevano partecipato, trovandosi in altre località per impegni personali.
Sono stati accertati, infine, a carico di funzionari comunali e di titolari di imprese affidatarie di lavori pubblici, diversi illeciti commessi nei lavori di ripristino del manto stradale, a seguito di condotte fraudolente poste in essere ai danni dell’ente comunale, un connesso traffico illecito di rifiuti derivante dall’omesso conferimento in discarica del fresato di asfalto (rifiuto speciale non pericoloso) proveniente dai lavori di scarifica del manto stradale; fresato d’asfalto che sarebbe stato indebitamente conferito ad esclusivo vantaggio di un’impresa locale riconducibile alla funzionaria operante nel settore della movimentazione terra, in violazione delle norme in materia ambientale.
Agli indagati, che nel complesso sono quarantadue, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
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