Una mappa aggiornata della criminalità organizzata a Catania e in provincia. A fornirla è il ministero dell’Interno che ha pubblicato i dati sull’attività svolta dalla Dia, la direzione investigativa antimafia.

Dalla relazione, oltre all’elenco delle attività di indagine, emergono gli interessi, le alleanze e contrapposizioni tra i clan, sulla scorta dell’attività di analisi e delle operazioni di polizia giudiziaria portate a termine nel primo semestre del 2016, nelle province siciliane. Nello specifico, in quelle sulle quali ricade la giurisdizione del Centro Operativo: Catania, Messina, Siracusa e Ragusa.

In provincia di Catania – si legge nella relazione – l’architettura dei sistemi criminali appare pressoché inalterata, confermando gli schieramenti da tempo delineati: da un lato Cosa Nostra (sul capoluogo e provincia), rappresentata dalle famiglie Santapaola e Mazzei e i La Rocca su Caltagirone. Dall’altro i clan, fortemente organizzati: Cappello-Bonaccorsi e Laudani.

Questi ultimi hanno subito, nel mese di febbraio, un forte ridimensionamento in seguito ad un’operazione di polizia denominata I Vicerè” che ne ha colpito i vertici e attualizzato l’organigramma. Sono stati individuati i referenti territoriali di ogni gruppo criminale locale, le cui attività venivano condotte secondo una rigida pianificazione decretata dagli elementi più potenti, tra i quali anche figure femminili di ‘provata autorevolezza’.

Un’altra operazione di polizia è stata condotta nei confronti della storica famiglia La Rocca di Caltagirone, il cui reggente sarebbe stato anche ai vertici di un’organizzazione criminale radicata in provincia di Enna e in contatto con il clan Nardo di Lentini.

Nel corso dell’indagine sono stati, infatti, documentati numerosi incontri tra i rappresentanti di gruppi mafiosi catanesi e siracusani, per la progettazione di attività criminali e per assegnare cariche e compiti. Nonostante il complesso panorama criminale che caratterizza il territorio catanese, il ricorso ad azioni violente appare limitato e sostanzialmente funzionale all’affermazione o al mantenimento di posizioni di potere.

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