“Siamo fortemente preoccupati per il ritardo della cassa integrazione dei lavoratori Cmc, che da quattro mesi si trovano a fronteggiare una situazione insostenibile, visto che non percepiscono nessun sostegno economico”. Lo dicono, in una nota congiunta, il segretario generale di Filca Cisl Catania, Giuseppe Famiano e il componente di segreteria Domenico Murabito.

Famiano e Murabito aggiungono: “Ci auguriamo che si trovi al più presto una soluzione o temiamo il peggio perché nonostante, nell’ultimo incontro tenutosi il 12 settembre 2022, i ministeri di Sviluppo Economico e ministero del Lavoro abbiano dato l’ok per prorogare di altri 12 mesi gli ammortizzatori sociali dei lavoratori di Cmc, ad oggi nessun decreto di autorizzazione è stato emanato dal Governo”.

“Solo a Catania oltre 100 lavoratori sono in cassa integrazione”

E proseguono “Solo a Catania si contano oltre cento unità attualmente in cassa integrazione ed è chiaro che senza questo decreto l’Inps non può pagare un euro ai lavoratori che aspettano da settembre e che già si trovano in una situazione economica disperata”.

La nota continua: “A ciò si aggiunge anche l’incertezza che riguarda la vicenda legata al piano di salvataggio dell’azienda che non vede soluzioni a breve tempo per cui la speranza di impiegare le maestranze nei cantieri diventa assai improbabile. Come sindacato facciamo appello ai governi Nazionale e Regionale affinché possano attivarsi immediatamente per risolvere questa drammatica situazione e garantire un sostegno economico per tutelare il futuro di questi padri di famiglia”.

Momento difficile per imprese e lavoratori

“È un momento di grande difficoltà per i lavoratori – ha detto Giuseppe Famiano al momento della sua elezione a segretario generale di Filca Cisl Catania ad ottobre scorso – e per le imprese che ad oggi non possono garantire lunghi periodi di occupazione alle maestranze e che coinvolge l’intera filiera, perché sia le aziende di manufatti edili, calce e gesso, sia quelle di lavorazione del legno e del cemento armato, per fronteggiare il lievitare dei costi dell’energia e del triplicato aumento del costo dell’acciaio, hanno già avviato le richieste di cassa integrazione per le sospensioni delle attività lavorative. Chiederemo alle istituzioni di convocare al più presto un tavolo di confronto per trovare soluzioni per un’emergenza che, se non fronteggiata per tempo, rischia di mandare al collasso un intero settore proprio nel momento in cui se ne stava incentivando il rilancio. Come Filca Cisl – conclude- ci impegneremo con tutti i mezzi possibili per tutelare i lavoratori e per arrestare questa emorragia restando sempre pronti a fare la nostra parte a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie.