I poliziotti del commissariato Borgo Ognina, hanno dato esecuzione ad una misura di sicurezza della libertà vigilata, emessa dall’autorità giudiziaria nei confronti di una ragazza di 21 anni, ritenuta socialmente pericolosa.

Nello specifico, la giovane, indagata per il reato di maltrattamenti in famiglia, in diverse occasioni ha infatti assunto atteggiamenti aggressivi e minacciosi nei confronti del fratello e, in particolare, della madre, che vive ormai in uno stato di totale soggezione. Più di una volta, la 21enne, l’ha percossa e minacciata di morte, anche con un coltello da cucina.

La ragazza che da giorni ha abbandonato la propria abitazione di residenza, nel primo pomeriggio di ieri, è stata rintracciata dagli agenti del Commissariato che l’hanno riconosciuta mentre passeggiava a piedi in prossimità del parco Falcone. Alla vista dei poliziotti ha tentato la fuga ma è stata subito raggiunta e bloccata.

Accompagnata in commissariato, per gli adempimenti di rito, la donna è stata accompagnata presso la Comunità Terapeutica Assistita in cui dovrà scontare la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di 6 mesi.

Minaccia e aggredisce familiari, braccialetto elettronico a giovane

La polizia in servizio alla sezione della Procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo, alcune settimane fa, ha eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento, con applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico, nei confronti di un palermitano, poco più che ventenne, indagato per i reati di maltrattamenti, lesioni personali aggravate, porto d’armi illegale.

L’indagato, infatti, a causa dell’incancrenirsi dei rapporti nella famiglia per questioni ereditarie, in più di una occasione aveva minacciato gravemente la zia e il nucleo familiare di quest’ultima. Alle minacce di morte era seguita, una sera dello scorso ottobre, un’efferata aggressione fisica in strada con l’uso di un’arma da taglio. Ad avere la peggio, nell’aggressione, erano stati lo zio e l’anziano nonno, il primo colpito con pugni al volto e alla testa, il secondo allo stomaco.

Il presunto autore del reato, a seguito dell’esecuzione della misura da parte degli uomini della Sezione della Polizia di Stato, è stato costretto a mantenere una distanza minima di 300 metri dalle persone offese e obbligato a non comunicare con qualsivoglia mezzo, anche solo indirettamente, con le medesime. Il rispetto della misura cautelare verrà verificato attraverso l’applicazione del braccialetto elettronico.

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