I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato in flagranza una 48enne incensurata, del posto, per produzione e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
La segnalazione sull’attività di spaccio
I militari, costantemente impegnati nel contrasto del fenomeno del mercato illecito delle sostanze stupefacenti, hanno ricevuto una segnalazione secondo la quale, una donna avrebbe realizzato una fiorente attività di spaccio in un’abitazione di via Tezzano.
La perquisizione, in casa la donna e il figlio
Pertanto i Carabinieri hanno deciso di effettuare una perquisizione domiciliare presso l’abitazione segnalata, dove gli operanti hanno trovato la donna in compagnia del figlio 19enne.
In camera da letto marijuana, bilancini e concimi per la coltivazione della droga
Dopo averla informata dei motivi della loro presenza, la donna ha condotto i militari nella sua camera da letto, indicando loro un baule, al cui interno hanno trovato circa 950 grammi di marijuana suddivisa in 12 confezioni, 2 bilancini di precisione, il necessario materiale per il confezionamento della droga, nonché vari concimi per la coltivazione della canapa indiana.
Sequestrata la somma di 400 euro
In un’altra stanza, i militari hanno trovato un cappotto all’interno della cui tasca c’era la somma in contanti di 400 €, sequestrata in quanto ritenuta provento dell’attività di spaccio.
In casa la mini serra di marijuana
Inoltre ancora su indicazione della donna, gli operanti hanno trovato una mini serra indoor costituita da una scaffalatura con copertura termica, corredata da 6 vasi con piante di cannabis e lampade per la produzione di calore, l’occorrente cioè per una produzione autonoma della “materia prima” da spacciare.
Convalidato l’arresto della donna
Avendo accertato che tutta la sostanza fosse nella disponibilità della 48enne, i militari l’hanno posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto.
I cittadini denunciano lo spaccio del Messinese
I cittadini denunciano lo spaccio, i carabinieri smantellano una vera e propria organizzazione dedita al traffico di stupefacenti nel Messinese.
Operazione all’alba
Blitz all’alba di ieri dei carabinieri della compagnia di Taormina. Data esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal Gip del tribunale su richiesta della Dda. In 9 arrestati, 4 in carcere, altrettanti ai domiciliari e poi per un indagato è arrivato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono accusati a vario titolo, seppur avendo rivestito ruoli diversi, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e cessione di stupefacenti.
Gli affari nel territorio
L’operazione, quindi, è il risultato degli esiti di un’attività investigativa, condotta dai carabinieri della compagnia e della stazione di Santa Teresa di Riva. Dai riscontri sarebbe emersa, tra l’altro, l’operatività di un sodalizio criminale, dedito allo smercio di droga, nel territorio compreso tra Furci Siculo e Santa Teresa di Riva. A circolare cocaina e crack. “Sostanze in grado di produrre gravi e pericolosi effetti a livello fisico e psicologico per chi le assume” evidenziano gli inquirenti.
La struttura dell’organizzazione
Anche grazie alle segnalazioni di presunto spaccio da parte di alcuni cittadini, pervenute ai carabinieri, è stata quindi avviata l’indagine. Effettuati servizi di osservazione, attività tecniche, interventi e controlli. L’operazione convenzionalmente denominata “cotto e crudo”: erano le parole utilizzate nelle comunicazioni tra gli indagati per indicare il tipo di droga. Sulla base degli elementi emersi, gli indagati avrebbero posto in essere tra le altre cose un’attività di spaccio, in modo sistematico, attraverso un’assegnazione di ruoli nell’ambito dell’associazione. Al vertice un sodale, c’era poi un suo “braccio destro”, ritenuto uomo di fiducia, e altri soggetti.
La base dello spaccio e la catena
La “base”, oltretutto, provvedeva all’approvvigionamento della droga, principalmente proveniente dal capoluogo, alla preparazione e alla cessione delle dosi. Sistemazione logistica, quindi, all’interno dell’appartamento del capo del sodalizio. L’organizzazione aveva uno smercio incessante e quotidiano delle sostanze stupefacenti da parte dei pusher. Questi ultimi, con disinvoltura e spregiudicatezza, si occupavano della cessione delle sostanze e della riscossione del denaro consegnato dagli assuntori della droga. In molte occasioni, oltretutto, le dosi sarebbero state lanciate direttamente dalle finestre dell’appartamento e ricevute “al volo” dagli spacciatori. A sua volta poi le varie dosi venivano cedute agli acquirenti, con movimenti rapidi per eludere i controlli delle forze dell’ordine.
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