Ancora ladri di catalizzatori in azione nel Catanese, questa volta sono stati beccati e hanno persino rischiato la vita nel tentativo di fuga. Una volta scoperti, infatti, hanno deciso di darsi alla fuga ma nel tragitto non si rendono conto della presenza di un dirupo e ci finiscono dentro. Fortunatamente per loro hanno riportato solo lievi lesioni.

L’accusa

I carabinieri della tenenza di Misterbianco hanno arrestato in flagranza di reato due catanesi di 36 e 31 anni accusati di furto aggravato in concorso. I militari sono intervenuti all’alba a seguito di una segnalazione pervenuta tramite il 112 per un tentativo di furto. Sopraggiunti con rapidità, in via Poggio del Lupo, i militari dell’Arma hanno sorpreso il 31enne ed il 36enne ancora “all’opera” mentre armeggiavano posizionati l’uno sotto, l’altro di fianco ad una Mercedes Slk nel tentativo di smontare il catalizzatore dall’autovettura posteggiata su una strada pubblica.

La rocambolesca fuga

I due, costretti ad interrompere la loro attività per l’arrivo dei carabinieri, hanno lasciato gli attrezzi a terra e si sono dati ad una rocambolesca fuga a piedi tra le abitazioni circostanti inseguiti dai militari. Un altro complice, ancora in via di identificazione, notato stazionare nei pressi di una Nissan Juke con funzioni di vedetta, riusciva a defilarsi in direzione opposta ai due uomini che invece venivano poco dopo raggiunti dai carabinieri.

La caduta nel dirupo

Si è reso necessario l’ausilio dei vigili del fuoco perché, nel maldestro tentativo di sottrarsi all’arresto, i due scavalcavano un muretto precipitando in fondo ad un dirupo, con dislivello di circa 5 metri rispetto al livello della strada da dove avevano saltato, procurandosi lievi lesioni medicate al policlinico San Marco.

La refurtiva

All’interno della Nissan Juke, noleggiata presso un’ignara società, sono stati rinvenuti e sequestrati due catalizzatori, due smerigliatrici e diversi attrezzi da lavoro. Su disposizione dell’autorità giudiziaria i carabinieri hanno sottoposto i due uomini agli arresti domiciliari, dove permangono all’esito dell’udienza di convalida.

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