Il potenziamento dei servizi di controllo finalizzati al contrasto dei furti nelle campagne, coordinato dal comando provinciale dei carabinieri di Catania sulla scorta delle strategiche linee guida prefettizie, continua a registrare ulteriori successi nella lotta al fenomeno. Sotto questo aspetto è stato intensificato il pattugliamento in quegli snodi stradali e delle vie d’accesso ai terreni sulle quali è più probabile che si trovino a transitare ladri di arance in fondi agricoli non sorvegliati.

Attirata l’attenzione

Ad attirare l’attenzione dei militari del nucleo radiomobile della compagnia di Paternò, posizionati lungo la via Andrea Caponnetto nel territorio di Motta Sant’Anastasia, è stata, tra le altre, una Smart Fortwo trasformata “all’occorrenza” in mezzo di trasporto per arance. Il vano posteriore, visibilmente ricolmo di agrumi che fuoriuscivano dal lunotto posteriore, ha spinto i carabinieri a controllare un 36enne ed un 40enne, entrambi residenti a Paternò, che si trovavano a bordo del veicolo. I due uomini, entrambi denunciati in quanto accusati di ricettazione in concorso, sono stati trovati in possesso di circa 150 chilogrammi di arance del tipo “tarocco” rinvenuti in auto e di cui non hanno saputo esibire nessun documento relativamente alla loro tracciabilità.

L’altra operazione

Analogamente, in territorio di Paternò, sempre i militari dell’Arma hanno proceduto al controllo di un 70enne alla guida di una Lancia Y in transito sulla Sp 24, con a bordo un 59enne, anche loro di Paternò. Il 70enne è stato denunciato in quanto ritenuto responsabile di violazione degli obblighi di soggiorno a cui era sottoposto, nonché per essersi posto alla guida di un veicolo nonostante avesse la patente di guida revocata con provvedimento prefettizio. Entrambi poi sono stati denunciati perché accusati di ricettazione in concorso. Il vano posteriore dell’autovettura, che è stata sottoposta a controllo, è stata trovato carico di arance “tarocco” per un peso complessivo di circa 500 chilogrammi. I due, trovati con i vestiti e le scarpe sporche di fango, non sono stati in grado di riferire nulla sulla provenienza. Gli agrumi sequestrati sono stati devoluti ad enti di beneficenza.

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