E giallo dopo che una ragazza di 24 anni, originaria di Messina, Ylenia Bonavera, è morta la notte scorsa nell’ospedale Garibaldi – Centro di Catania. Le cause del decesso sono in via di accertamento da parte della Squadra mobile di Catania.

La ragazza presentava una ferita di arma da taglio all’altezza di una clavicola ma gli investigatori escludono che sia questa la causa della morte. Nel 2017 l’ex fidanzato della donna, Alessio Mantineo, aveva tentato di ucciderla cospargendola di benzina e provocandole ustioni nel 13 per cento del corpo. In un secondo momento la giovane aveva ritrattato, dicendo che non era stato Mantineo a darle fuoco, ma durante il processo  emersero responsabilità dell’uomo, grazie alle indagini della Polizia.

Alessio Mantineo, il 25enne fermato dalla polizia di Stato, su disposizione della Procura, fu fermato l’accusa di aver tentato di uccidere la sua ex ragazza, aveva 22 anni, gettandole addosso della benzina e appiccando il fuoco. Lo decise il Gip di Messina. Pii la condanna. La Corte di appello di Messina lo condannò a 10 anni di carcere. In primo grado l’imputato era stato condannato a 12 anni di carcere.

Il caso di Ylenia destò molto scalpore. La ragazza – che prima aveva accusato il ragazzo e poi ha ritrattato difendendolo anche in tribunale – secondo il giudice lo aveva fatto per “un problema che non è solo culturale”. “Se la donna serva, in certe fasce, è retaggio del passato – osserva il Gup – ora nei giovani il dominio è fonte di piacere e vanto. Il risultato non cambia. Non cambia neanche dal punto di vista femminile, a fronte di donne uccise, come in una carneficina, e di donne che lottano per una reale emancipazione, si trovano casi in cui violenza e sadismo vengono apprezzati, per cui essere data a fuoco può essere una prova d’amore moderna”.

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