“I Paesi europei non hanno avanzato alcuna concreta apertura per risolvere il caso della nave Diciotti. Visto che l’Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, la linea del Viminale non cambia. Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto”. E’ quanto si apprende da fonti del Viminale.

“Il vertice di Bruxelles si è chiuso con un nulla di fatto. Ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste. Nessuno stato membro ha ritenuto di sottoscrivere un comunicato, anche perché non ci sono le basi di un accordo per indicare una nuova procedura standard per il soccorso, lo sbarco e la ridistribuzione degli immigrati”.

Il premier Giuseppe Conte parla di “conseguenze” da decisioni Ue. “E’ noto a tutti che l’Italia sta gestendo da giorni, con la nave Diciotti, una emergenza dai risvolti molto complessi e delicati – scrive in un post il Presidente del Consiglio -. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i ‘fatti’ vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa. L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell’ordinamento europeo”.

” Nel corso della riunione convocata d’urgenza dalla Commissione Europea e che si è appena conclusa – sottolinea – non è stato dato alcun seguito alle Conclusioni deliberate nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. Anzi. Da parte di alcuni Stati – denuncia il premier – è stato proposto un passo indietro, suggerendo una sorta di regolamento di Dublino “mascherato”, che avrebbe individuato l’Italia come Paese di approdo sicuro, con disponibilità degli altri Stati a partecipare alla redistribuzione dei soli aventi diritto all’asilo, che notoriamente sono una percentuale minima dei migranti che arrivano per mare” conclude.

Intanto domani il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sarà a Roma, domani, per sentire alcuni funzionari del ministero dell’Interno nell’ambito dell’inchiesta sul trattenimento di 150 migranti a bordo di nave Diciotti della Guardia Costiera ferma nel porto di Catania.

L’inchiesta, aperta inizialmente per le ipotesi di sequestro di persona e arresto illegale, contestazioni che però potrebbero essere modificate dagli inquirenti, è finalizzata ad accertare se sia legittima o meno la privazione della libertà personale dei profughi in assenza di provvedimenti della magistratura. Nel caso in cui, come ipotizza la Procura, sia stato commesso un reato, i magistrati, che procedono al momento a carico di ignoti, dovranno individuare i responsabili della violazione risalendo nella catena di comando a chi ha impedito lo sbarco. Nella delega data alla Guardia Costiera dai pm di Agrigento c’è proprio un quesito relativo a questo punto, cioè all’accertamento delle responsabilità individuali visti la pluralità dei soggetti coinvolti nella vicenda. Da qui l’esigenza di sentire i funzionari del ministero dell’Interno che si sono occupati del caso.