Avrebbe fatto registrare un falso testamento olografo per entrare in possesso di una casa che doveva essere poi venduta alla moglie di un notaio, che era proprietaria dell’appartamento confinante.

E’ l’accusa contestata a R.C. che è stata condannata, pena sospesa, a due anni di reclusione per falso dal Gip di Catania Giuliana Sammartino.

La posizione dell’imputata, che ha fatto ricorso al rito abbreviato era stata stralciata dall’inchiesta dal Giudice dell’udienza preliminare che, accogliendo la richiesta del Pm Fabio Regolo, ha rinviato a giudizio per gli stessi reati C. S. , ed il marito, M. C.. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 21 aprile davanti la prima sezione penale del Tribunale di Catania.

Il Gip Sammartino ha “dichiarato la falsità del testamento olografo”, ordinandone “la confisca e distruzione’, e ha disposto, oltre al risarcimento delle spese legali, anche il pagamento di una provvisionale di 5.000 euro alla parte civile, l’erede della proprietaria dell’immobile.

Agli atti del processo la perizia grafica che ha stabilito la falsità del lascito, registrato da un notaio estraneo alla vicenda, e le testimonianze di un lontano cugino e di un’amica e convivente della proprietaria della casa che hanno sostenuto che la  de cuius non era in grado, per le condizioni di salute, di redigere un testamento olografo.