Continua incessantemente l’attività di controllo del territorio da parte degli equipaggi delle Volanti e degli Uffici della Questura di Catania, finalizzata alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte con i recenti decreti ministeriali volti al contenimento della diffusione del nuovo coronavirus.
E specialmente dopo il recente inasprimento delle misure contenitive del contagio, necessarie in particolar modo in Sicilia, dove il numero dei contagi può significativamente essere arginato dal rispetto della “desocializzazione” dei comportamenti dei cittadini, i controlli della Polizia di Stato assurgono a ulteriore importanza, proprio a salvaguardia della salute di tutti i catanesi.
Nella giornata di ieri, quindi, nonostante non avesse dovuto registrarsene alcuno vista la chiusura di tutti gli esercizi tranne le farmacie e pochi altri, sono state controllate su strada ben 141 persone, delle quali 46 sono state denunciate per inosservanza dei provvedimenti emanati al fine di contenere la diffusione del contagio da Covid-19.
Le scuse addotte dai denunciati sono state le più svariate e, se non fosse per la gravità della situazione, alcune, molto fantasiose, avrebbero potuto strappare qualche sorriso. C’è stato, infatti, chi ha dichiarato di essere uscito da casa per andare dai parenti a prendere l’alloro o il pangrattato che servivano per preparare il pranzo della domenica, oppure c’è chi si è spostato dall’altra parte della città per bere un caffè a fantomatici distributori automatici, chi per cercare un bar (ben sapendo che sono chiusi) per acquistare i cornetti o chi aveva un appuntamento con il fidanzato o la fidanzata.
A Librino sono stati controllati due giovani di Paternò, che alla richiesta dei poliziotti di giustificare la loro presenza in quel luogo rispondevano di aver fatto un giro in macchina per prendere un po’ di aria.
Tutti i comportamenti descritti sono gravissimi e tutti i trasgressori sono stati sanzionati con una denuncia all’Autorità Giudiziaria.
Denunciato anche un cittadino nigeriano, regolare sul territorio nazionale, il quale, in disprezzo delle norme di legge, aveva organizzato all’interno di un locale a lui in uso una festa con una trentina di connazionali con somministrazione di alcol e musica.
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