I rumors prima e le nomine poi ai vertici delle partecipate di Catania scuotono la politica ed in particolare il Pd.

Al deputato regionale Gianfranco Vullo le scelte di queste ore proprio non vanno giù ed ammette che sono il frutto della “pace tra due acerrimi avversari quali sono stati il sindaco Enzo Bianco e Luca Sammartino”.

Secondo l’esponente dem “le nomine rappresentano plasticamente le regalie del primo cittadino al duo Sammartino-Sudano in particolare. Ma la cosa che desta più fastidio è che queste nomine non sono altro che un assist a ricettacoli del centrodestra, tant’è che tra i nominati ben si individuano soggetti che sono stati protagonisti delle giunte di destra guidate dai sindaci Stancanelli e Scapagnini”.

Vullo, renziano che ha condiviso almeno finora un percorso comune proprio con Sammartino nella crociata interna contro Bianco, rincara la dose: “Non parlerei di transumanza ma di vera e propria tirata a lucido per esponenti di vecchie stagioni politiche targate destra, con il beneplacito di chi pensa di essere il fior fiore del Partito democratico a Catania, pur trattando con il sindaco quali ex esponenti del movimento Articolo 4”.

Critiche sono arrivate anche dall’esponente in Consiglio comunale di Fdi-An, Manlio Messina: “Oggi è la presa della Bastiglia catanese”.

“La spartizione dei posti apicali delle partecipate – ha aggiunto –  rappresenta un modo per Bianco di ritrovare forza in un momento in cui non gli rimane altro da fare. Ristringe vecchie alleanze, ne costruisce di nuove e riesce persino a mettersi dentro, nelle partecipate, molti nomi dell’ex destra catanese“.